Accordo Confindustria-Intesa Sanpaolo: opportunità o illusione?

Analizziamo l'accordo quadriennale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo, mettendo in luce chi ne beneficia veramente.

Diciamoci la verità: l’accordo quadriennale tra Confindustria e Intesa Sanpaolo ha fatto molto rumore. 200 miliardi di euro messi sul tavolo per rilanciare le PMI italiane, in particolare in Toscana. Ma siamo davvero certi che questo accordo porterà i benefici sperati? O ci troviamo di fronte all’ennesima operazione di marketing mascherata da sostegno economico?

Un accordo appariscente ma pieno di insidie

Il re è nudo, e ve lo dico io: mentre i titoli di giornale esaltano l’accordo, le PMI toscane si interrogano su come tutto ciò si tradurrà nella pratica. L’accordo promette 17 miliardi per il rilancio del sistema produttivo toscano, ma a quale costo? Le misure ad hoc per supportare nuovi insediamenti produttivi e l’ammodernamento di quelli esistenti sembrano più un invito a galleggiare che un vero piano d’azione. La realtà è meno politically correct: la burocrazia italiana è un labirinto nel quale anche le migliori intenzioni rischiano di perdersi. Ma chi ha davvero il tempo e le risorse per districarsi tra mille scartoffie quando si è già oberati di lavoro?

Le novità riguardano investimenti in settori come l’aerospazio, la robotica, l’intelligenza artificiale e le scienze della vita. Ma è qui che si apre un’altra questione: sono davvero questi i settori in cui le PMI possono competere? Ci sono dati che mostrano come, nonostante gli investimenti, molte piccole e medie imprese faticano a innovare e a tenere il passo con i giganti del settore. Inoltre, ci chiediamo: chi beneficerà realmente di questi fondi? Le stesse PMI o le solite note aziende che sanno come muoversi nei meandri della finanza? Qui, ci vuole una certa dose di realismo: le PMI non possono certo competere ad armi pari con colossi che hanno risorse praticamente illimitate.

La transizione sostenibile: un miraggio?

So che non è popolare dirlo, ma l’accelerazione della transizione sostenibile, tanto sbandierata, potrebbe rivelarsi un miraggio. Il Piano transizione 5.0 suona bene sulla carta, ma la traduzione in azioni concrete è spesso mancante. L’economia circolare è un concetto affascinante, ma le PMI toscane sono pronte a sposarlo? Molte di esse non hanno le risorse né le competenze necessarie per affrontare una transizione così radicale. Non sarebbe più sensato pensare a un piano realizzabile e graduale, piuttosto che a slogan accattivanti?

Inoltre, il focus su startup e innovazione tecnologica sembra più una strategia di marketing che una risposta reale ai problemi delle PMI esistenti. I fondi e i servizi dedicati sono una chimera per molte piccole aziende, che si trovano a dover combattere una battaglia quotidiana per la sopravvivenza, non certo per l’innovazione. E chi, se non le stesse PMI, può attestare l’effettivo beneficio di tali misure? È ora di mettere in discussione la narrazione che ci viene proposta e chiedere a gran voce: quali sono le soluzioni reali per le nostre imprese?

Conclusione: un invito alla riflessione

In conclusione, l’accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo potrebbe sembrare un passo nella giusta direzione, ma è essenziale mantenere un atteggiamento critico. Le PMI toscane hanno bisogno di più di semplici promesse; necessitano di azioni concrete e, soprattutto, di un cambiamento radicale nel modo in cui vengono gestiti i fondi pubblici. L’industria italiana non può permettersi di essere un campo di prova per esperimenti economici che, alla fine, potrebbero rivelarsi inefficaci. Dobbiamo chiederci: come possiamo garantire che questi fondi raggiungano veramente chi ne ha bisogno?

Invitiamo dunque tutti a riflettere: chi sta realmente beneficiando di questo accordo? È tempo di chiedere conto e di portare alla luce le verità scomode. Solo così potremo sperare in un futuro migliore per le nostre PMI, e non solo per le aziende che riescono a navigare le acque torbide della finanza. È ora di rompere il silenzio e chiedere un cambiamento vero.

Scritto da AiAdhubMedia

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