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Nel contesto dell’evoluzione digitale, l’Unione Europea ha stabilito traguardi significativi attraverso il programma Digital Decade 2030, che prevede che almeno il 75% delle aziende adotterà tecnologie come il cloud computing, i big data e l’intelligenza artificiale entro il 2030. Tuttavia, rimane da capire quanto si sia lontani da questi obiettivi e come l’adozione di queste tecnologie sia distribuita all’interno dell’Unione.
Una recente indagine, pubblicata nella rivista Telecommunications Policy, ha iniziato a mappare l’adozione dell’IA nelle aziende europee, utilizzando dati raccolti da Eurostat e metodi statistici avanzati. Questo studio rivela non solo differenze tra paesi, ma anche all’interno delle stesse nazioni, evidenziando che l’accesso alla tecnologia non è più il fattore determinante, ma piuttosto la capacità di utilizzare le tecnologie digitali già esistenti.
I fatti
I risultati dell’indagine sono chiari: le regioni della Danimarca e del Belgio si collocano tra le più avanzate in termini di utilizzo dell’IA. La regione di Midtjylland in Danimarca ha ottenuto il punteggio più alto con 3,38, seguita da Bruxelles-Capitale e altre aree danesi come Sjælland. Anche Vienna e la Slovenia occidentale figurano tra le prime dieci regioni.
Al contrario, molte regioni rumene si trovano in fondo alla classifica, con punteggi sotto -1, come il Sud-Est e il Nord-Ovest. Questo scenario mette in luce non solo disparità tra l’Est e l’Ovest, ma anche differenze significative tra aree urbane e periferiche.
Disparità interne e loro implicazioni
Un aspetto meno prevedibile che emerge dall’analisi riguarda le disparità regionali all’interno di paesi come Danimarca e Belgio, dove si osservano forti differenze tra le varie zone, tutte comunque superiori alla media europea. In contrasto, Romania e Ungheria mostrano un quadro più omogeneo, ma con punteggi complessivamente bassi.
Il legame tra digitalizzazione e adozione di IA
Uno degli elementi chiave dello studio è la relazione tra la digitalizzazione pregressa e l’adozione dell’IA. I risultati indicano che non si osserva più una correlazione significativa tra la disponibilità di accesso a internet e le vendite online, ma piuttosto l’uso diffuso di strumenti digitali come ERP, CRM e business intelligence. Le regioni che già utilizzano ampiamente questi strumenti tendono ad avere un’adozione dell’IA molto più elevata.
Ad esempio, nelle aree con un uso consolidato del cloud computing e di software gestionali, i punteggi sull’IA sono positivi; viceversa, dove queste competenze sono scarse, l’IA fatica a radicarsi, anche in presenza di infrastrutture adeguate. Questo evidenzia come la seconda dimensione del digital divide, ovvero l’uso e le competenze digitali, sia oggi più rilevante dell’accesso stesso.
Dinamiche territoriali e interazioni
La ricerca ha anche analizzato le dinamiche spaziali, rivelando due tendenze: da un lato, si osservano effetti positivi di spillover, dove l’adozione dell’IA nelle regioni vicine stimola la stessa adozione nella regione in esame. Dall’altro lato, c’è una competizione che può rallentare l’adozione, specialmente quando le aree limitrofe mostrano un uso elevato di tecnologie digitali.
Questa competizione per risorse come forza lavoro qualificata e infrastrutture avanzate suggerisce che la prossimità geografica può sia favorire che ostacolare l’adozione dell’IA, portando a una concentrazione dei benefici in poche aree.
Il caso dell’Italia e le sfide future
In Italia, i dati regionali non sono ancora disponibili nell’indagine Eurostat, il che rende difficile comprendere le dinamiche interne. Attualmente, il paese presenta una media nazionale sotto la media europea, con un punteggio di -0,37, indicativo di un ritardo nell’adozione dell’IA. È probabile che esistano forti disparità tra regioni come Lombardia ed Emilia-Romagna rispetto a zone come Calabria e Molise.
Una recente indagine, pubblicata nella rivista Telecommunications Policy, ha iniziato a mappare l’adozione dell’IA nelle aziende europee, utilizzando dati raccolti da Eurostat e metodi statistici avanzati. Questo studio rivela non solo differenze tra paesi, ma anche all’interno delle stesse nazioni, evidenziando che l’accesso alla tecnologia non è più il fattore determinante, ma piuttosto la capacità di utilizzare le tecnologie digitali già esistenti.0
Una recente indagine, pubblicata nella rivista Telecommunications Policy, ha iniziato a mappare l’adozione dell’IA nelle aziende europee, utilizzando dati raccolti da Eurostat e metodi statistici avanzati. Questo studio rivela non solo differenze tra paesi, ma anche all’interno delle stesse nazioni, evidenziando che l’accesso alla tecnologia non è più il fattore determinante, ma piuttosto la capacità di utilizzare le tecnologie digitali già esistenti.1