AgID lancia un bando innovativo per i borghi italiani

AgID investe 10 milioni per trasformare i borghi in smart city e promuovere il turismo culturale.

In un momento in cui la transizione digitale sta cambiando radicalmente il nostro modo di vivere e interagire con il territorio, arriva un’importante iniziativa da parte della pubblica amministrazione italiana. AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, ha annunciato un bando di appalto innovativo di ben 10 milioni di euro, destinato a valorizzare il patrimonio culturale delle aree periferiche attraverso l’implementazione di soluzioni digitali. E chi l’avrebbe mai detto che i borghi potessero diventare protagonisti di una nuova era di innovazione?

Obiettivi e modalità del bando

Il progetto, che fa parte del programma Smarter Italy, mira a trasformare i borghi e le aree interne in destinazioni turistiche smart, dotate di servizi digitali avanzati. Qui non si tratta solo di migliorare l’infrastruttura (che è già un gran passo), ma di incidere in modo significativo sullo sviluppo sociale, economico e culturale delle comunità locali. Personalmente, trovo che sia un’idea geniale: non possiamo limitare il concetto di smart city alle sole metropoli! D’altronde, le piccole realtà hanno tanto da offrire, e questa iniziativa potrebbe rappresentare un cambio di paradigma.

La prima fase del bando prevede l’assegnazione di circa 3 milioni di euro a un massimo di otto raggruppamenti d’impresa. Le proposte dovranno essere presentate entro il 16 giugno 2025. Qui il focus è su soluzioni di destination management digitale, con l’obiettivo di promuovere l’accessibilità e la sostenibilità del turismo culturale. Non è un caso che si parli di inclusione, un tema caldo e cruciale per il nostro tempo.

Un approccio innovativo e sostenibile

Il bando prevede un appalto pre-commerciale (Pcp), un modello già collaudato in Europa, pensato per stimolare ricerca e sviluppo senza l’acquisto diretto di prodotti finiti. Questo è un aspetto che mi piace molto: invece di limitarsi a comprare soluzioni preconfezionate, si investe in progetti capaci di attrarre nuovi flussi turistici e ridurre l’overtourism nelle grandi città. Come molti sanno, il turismo può essere una lama a doppio taglio e, in questo caso, l’idea è di valorizzare luoghi meno conosciuti, spesso dimenticati dai circuiti tradizionali.

Antonio Maria Tambato, Direttore Innovazione e Transizione Digitale di AgID, ha affermato che questo strumento rappresenta una vera e propria strategia per la pubblica amministrazione. Non è solo una questione di digitalizzazione, ma di rispondere a esigenze concrete delle comunità locali. E qui entra in gioco l’importanza di progettare insieme, non semplicemente “portare la tecnologia” in un contesto che non è pronto a riceverla.

Un ecosistema digitale per i borghi italiani

Il progetto si concentra su aree ricche di patrimonio storico e culturale ma che non hanno strumenti adeguati per attrarre e gestire il turismo in chiave smart. Qui, la chiave di volta è la creazione di un ecosistema digitale che colleghi istituzioni, enti locali, musei e associazioni culturali. Ho sempre pensato che la collaborazione tra pubblico e privato possa portare a risultati straordinari, e questo bando sembra andare in quella direzione.

In un contesto in cui le smart city stanno diventando una realtà sempre più presente nel dibattito pubblico, i borghi italiani possono diventare veri e propri micro-hub di innovazione territoriale. Ciò significa testare nuovi modelli di turismo e governance, coinvolgendo anche la comunità civica. Non è fantastico? Si tratta di dare vita a un modello replicabile che possa essere applicato anche in altri territori.

Un futuro promettente per l’innovazione

Le proiezioni sul mercato globale delle smart city parlano chiaro: si prevede di superare gli 800 miliardi di dollari entro il 2027. E l’Italia? Beh, ha ancora tanto da fare, ma iniziative come Smarter Italy potrebbero rappresentare un punto di partenza per una diffusione capillare dell’innovazione. È il momento di non rimanere indietro, di cogliere questa opportunità per far brillare i nostri borghi e le nostre tradizioni.

Il bando AgID rappresenta un caso emblematico di come la domanda pubblica possa stimolare politiche industriali innovative. Non si tratta solo di digitalizzare, ma di ripensare il rapporto tra patrimonio culturale e territorio, creando smart community in grado di generare valore e benessere. È un tema che mi sta particolarmente a cuore, e sono curioso di vedere come si svilupperà questa iniziativa nei prossimi mesi.

Integrazione e partecipazione locale

Le soluzioni proposte dovranno integrarsi con le dinamiche locali, rispettando la complessità dei territori e stimolando la partecipazione di attori culturali, religiosi, imprenditoriali e civici. Qui, l’idea non è solo di portare la tecnologia, ma di co-progettare strumenti che esaltino l’identità dei luoghi. È una visione che incoraggia la creatività e il coinvolgimento diretto delle comunità.

Questa iniziativa si articola in più fasi, con una selezione progressiva dei progetti più promettenti. Si passerà dalla ricerca alla sperimentazione sul campo, costruendo una rete di best practice che potranno essere replicate altrove. Insomma, un’opportunità da non perdere!

In un’epoca in cui la trasformazione digitale rischia di incrementare i divari territoriali, iniziative come questa offrono un’alternativa strategica. Non si tratta solo di infrastrutture, ma di costruire ecosistemi intelligenti incentrati sulle persone e sul territorio. E chi lo sa, magari un giorno visiteremo un borgo che prima non conoscevamo, grazie a questa rivoluzione digitale!

Scritto da AiAdhubMedia

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