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Negli ultimi anni, si è fatto un gran parlare dell’idrogeno come fonte energetica fondamentale per la transizione ecologica. Sebbene il mercato delle auto elettriche stia vivendo un periodo di rapida crescita, quello delle auto a idrogeno è ancora nella sua fase iniziale. Il principale ostacolo a questo sviluppo è la mancanza di infrastrutture adeguate e i costi elevati di produzione, che rappresentano una barriera per molte aziende del settore.
La tecnologia dell’idrogeno: un viaggio nel tempo
La storia dell’idrogeno come carburante per veicoli non è affatto recente. Il primo motore a combustione alimentato a idrogeno risale al 1807, ideato dallo svizzero Francois Isaac de Rivaz. In seguito, la tecnologia ha subito notevoli evoluzioni, portando alla creazione del primo trattore a celle a combustibile nel 1959, realizzato da Harry Karl Ihrig. La General Motors ha poi segnato una pietra miliare nel 1966, lanciando l’Electrovan, la prima automobile passeggeri alimentata a idrogeno.
Il funzionamento delle auto a idrogeno
Le vetture alimentate a idrogeno utilizzano bombole ad alta pressione per immagazzinare il gas, che viene poi convogliato in una pila a combustibile. Qui avviene una reazione chimica che trasforma l’idrogeno in elettricità, generando come unico scarto acqua. Questi veicoli sono, quindi, considerati automobili elettriche, in quanto l’energia prodotta alimenta un motore elettrico che muove le ruote. Inoltre, possiedono una batteria ad alta tensione che accumula energia durante la frenata, simile ai veicoli ibridi.
Classificazione dell’idrogeno: comprendere i diversi tipi
Quando si parla di idrogeno, è comune imbattersi nelle terminologie “idrogeno verde”, “blu” e “grigio”. Questi termini indicano i diversi metodi di produzione. L’idrogeno verde, per esempio, è generato tramite l’idrolisi dell’acqua utilizzando energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, ed è considerato il metodo più ecologico. Al contrario, l’idrogeno grigio è prodotto da idrocarburi, il che comporta un impatto ambientale maggiore. Infine, l’idrogeno blu si ottiene tramite processi simili al grigio, ma con l’aggiunta di sistemi per catturare le emissioni di CO2.
Produzione e mercato dell’idrogeno
Le stime indicano che la produzione di idrogeno a basse emissioni rappresenti meno dell’1% della produzione totale, con un predominio dell’idrogeno ottenuto da fonti fossili. Tuttavia, molte aziende stanno investendo nella produzione di idrogeno verde, considerato il futuro dell’energia. Attualmente, le uniche case automobilistiche a offrire veicoli a idrogeno sono Toyota, con la Mirai, e Hyundai, con la Nexo.
Progetti e sviluppi in corso
Nonostante la limitata disponibilità di veicoli commercializzati, diversi progetti innovativi stanno emergendo in campo automobilistico. Ad esempio, in Italia è in fase di sviluppo un’auto elettrica a idrogeno, chiamata Hydro, progettata dal Gruppo Adler in collaborazione con diverse università e istituzioni. Inoltre, a Bolzano è stata lanciata una flotta di ecobus alimentati a idrogeno verde, rendendola una delle prime città in Europa ad adottare questa tecnologia nel trasporto pubblico.
Infrastruttura e sfide economiche
Uno dei principali freni all’adozione delle auto a idrogeno è l’assenza di una rete di rifornimento adeguata. Attualmente, in Italia le stazioni di servizio per l’idrogeno sono ancora poche e i costi associati alla produzione di idrogeno restano elevati. Tuttavia, con l’implementazione di strategie nazionali e piani di investimento, si prevede un’espansione della rete e una diminuzione dei costi nel prossimo futuro.
La Commissione Europea ha elaborato una strategia per promuovere la produzione di idrogeno verde, puntando a incrementare la sua quota dal 2% al 14% entro il 2050. Questo piano include investimenti significativi e la creazione di alleanze tra pubblico e privato per ottimizzare le tecnologie e le infrastrutture necessarie.
Il potenziale dell’idrogeno come carburante per la mobilità sostenibile è immenso, ma la sua realizzazione richiede un impegno collettivo e investimenti strategici. La strada da percorrere è lunga, ma i segnali di cambiamento sono già visibili.

