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Diciamoci la verità: quando si parla di digitalizzazione e transizione energetica, la maggior parte delle piccole e medie imprese (MPMI) tende a drizzare le orecchie, ma non sempre con entusiasmo. Eppure, la Camera di Commercio di Chieti Pescara ha lanciato un bando che promette di sostenere queste imprese in un percorso che, se ben gestito, potrebbe rivelarsi decisivo per la loro sopravvivenza e competitività. Il progetto “Punto Impresa Digitale” (PID), lanciato nel 2020, si propone di diffondere la cultura digitale tra le MPMI, ma ci sono aspetti che meritano una riflessione più approfondita.
Un bando con obiettivi ambiziosi
Il bando “Voucher digitali I4.0 e Transizione Energetica – Anno 2025” si pone obiettivi chiari: promuovere la collaborazione tra le MPMI e favorire l’adozione di tecnologie innovative. Ma chi ci guadagna realmente? Se da una parte è innegabile che la digitalizzazione possa migliorare l’efficienza operativa e l’accesso ai mercati, dall’altra è fondamentale considerare le risorse disponibili e l’effettivo impatto sul tessuto imprenditoriale locale. Le risorse stanziate sono pari a 300.000 euro, di cui 230.000 euro destinate alla Misura A (voucher digitali I4.0) e 70.000 euro alla Misura B (transizione energetica). Il supporto massimo per ogni impresa è fissato a 5.000 euro, una cifra che, a dirla tutta, non risolve il problema della digitalizzazione per chi ha bisogno di investimenti ben più consistenti.
In questo contesto, è interessante notare che l’entità massima dell’agevolazione non può superare il 70% delle spese ammissibili. Quindi, se un’impresa ha bisogno di un investimento di 10.000 euro, dovrà comunque mettere in campo un capitale proprio di almeno 3.000 euro. E qui sorgono interrogativi: quante MPMI sono realmente pronte a investire in questo processo? E quanto è diffusa la cultura della digitalizzazione tra le piccole imprese? La realtà è che molte aziende si trovano di fronte a un bivio: continuare a operare con metodi tradizionali o adattarsi a un mondo in rapida evoluzione.
La realtà è meno politically correct
Analizzando i dati, ci si rende conto che molte MPMI sono ancora ancorate a modelli di business tradizionali. La digitalizzazione non è solo una questione di tecnologia, ma richiede un cambio di mentalità radicale. Secondo una ricerca condotta da Unioncamere, solo il 40% delle piccole imprese italiane ha implementato soluzioni digitali nel proprio business. E se la maggior parte delle MPMI non è pronta a fare questo salto, il bando rischia di trasformarsi in un’iniziativa simbolica, piuttosto che in un vero catalizzatore di cambiamento.
Inoltre, l’idea di integrare approcci green nella digitalizzazione è lodevole, ma spesso si traduce in un’ulteriore complicazione burocratica per le aziende. L’impegno verso la sostenibilità è un valore aggiunto, ma non dovrebbe diventare un ostacolo per chi già fatica a stare a galla. È fondamentale che i bandi come questo siano accompagnati da un supporto concreto e da una semplificazione delle procedure. La verità è che le MPMI hanno bisogno di aiuti reali, non di promesse vuote. Cosa serve quindi per rendere questo bando davvero efficace?
Conclusioni provocatorie e riflessioni finali
In conclusione, il bando della Camera di Commercio di Chieti Pescara offre opportunità interessanti, ma occorre un approccio critico per valutarne l’effettivo impatto. Le risorse disponibili non sono sufficienti per coprire le esigenze di tutte le MPMI, e il rischio è che resti un’iniziativa per pochi eletti, mentre la maggior parte delle piccole imprese continua a navigare in acque turbolente senza il supporto necessario.
Invito quindi a riflettere su come possiamo davvero rendere la digitalizzazione accessibile e utile per tutte le MPMI, non solo per quelle già avviate verso un percorso di innovazione. La vera sfida è far sì che nessuna impresa resti indietro in questo cambiamento epocale, e che il bando non diventi solo una delle tante promesse non mantenute. So che non è popolare dirlo, ma la digitalizzazione deve diventare una priorità per tutti, non solo per chi ha già le spalle coperte.