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Cannes 2025 ha visto un’affluenza straordinaria di professionisti del settore cinematografico, desiderosi di esplorare le ultime tendenze e innovazioni nel panorama del cinema di genere. Durante il Marché du Film, il Fantastic Pavilion ha ospitato un panel intitolato “Algoritmi, Pubblico e Autori: Chi controlla davvero i film di genere?”. Un incontro che ha messo in luce le forze finanziarie e culturali che stanno rimodellando il modo in cui i film, in particolare quelli horror, vengono realizzati e consumati. Con un moderatore d’eccezione, José Luis Mejia Razo, esperti di distribuzione, analisi e esposizione hanno condiviso le loro intuizioni su come il pubblico digitale, sempre più giovane, stia influenzando il mercato.
L’ascesa del genere horror
Stephen Follows, analista dell’industria cinematografica e autore di “The Horror Movie Report”, ha aperto la discussione con un’analisi statistica che ha lasciato il segno. Il genere horror, un tempo considerato di nicchia, ora rappresenta il 12%-13% della produzione globale e si colloca come il terzo genere più popolare nel box office britannico del 2024, superato solo da dramma e commedia. “Il genere horror sta vivendo un vero e proprio boom, in un mercato in crescita”, ha sottolineato Follows, definendolo un genere “per il popolo”, il cui pubblico riflette la popolazione generale più di qualsiasi altro genere.
Il mercato latinoamericano e il suo impatto
Miguel Rivera, VP della programmazione e contenuti di Cinépolis, ha confermato questa tendenza con dati provenienti dall’America Latina, dove l’azienda opera in 18 territori. “In America Latina, l’horror è re”, ha dichiarato, aggiungendo che alcune settimane possono vedere fino a due uscite horror, una rarità prima della pandemia. Contrariamente alle aspettative, dopo il COVID, il genere horror non solo ha mantenuto la propria presenza nelle sale, ma ha anche ampliato notevolmente la propria audience. Tra il 2017 e il 2019, i film horror rappresentavano il 9,1% delle ammissioni totali in Messico; dal 2021 al 2023, quel numero è salito al 14,5%.
La qualità è fondamentale
Eduardo Calla, CSO di BF Distribution, ha messo in evidenza l’aumento del volume di titoli distribuiti. “Negli ultimi dieci anni, l’America Latina ha proiettato circa 2.000 titoli di genere, il 65% dei quali dopo la pandemia”. Tuttavia, ha avvertito: il controllo della qualità è essenziale. “Non tutto funziona”, ha ammonito. “Questo pubblico è leale, ma se inonderemo il mercato con contenuti deboli, rischiamo di perderlo”. È una questione di equilibrio, insomma.
Horror come genere trasversale
Follows ha anche evidenziato un aspetto strutturale interessante: l’horror è uno dei pochi generi che trascende le distinzioni di classe. In Gran Bretagna, le suddivisioni del pubblico per classe socioeconomica mostrano che l’audience dell’horror riflette la popolazione generale, a differenza dei film drammatici o d’autore, che tendono a essere più appannaggio delle fasce più abbienti. Questo fascino inclusivo si riflette anche nei dati di età e genere. Rivera ha riportato che l’horror ha una presenza significativa tra i giovani tra i 18 e i 25 anni, con una quota che passa dal 16%-18% per tutti i generi al 20%-22% per l’horror. “Terrifier 3”, ad esempio, ha attratto l’80% del suo pubblico nella fascia 18-35 anni, nonostante le restrizioni di età. “Anche nei cinema VIP, non possiamo permetterci di non programmare horror”, ha aggiunto Rivera. “Funziona ovunque, dai cinema economici ai luoghi di prestigio”.
Emozioni immediate per la Generazione Z
Calla ha collegato la popolarità dell’horror all’appetito emotivo della Generazione Z e dei Millennials. “Questa generazione di TikTok ha bisogno di immediatezza – colpi di scena, emozioni rapide…” ha osservato. In questo senso, l’horror compete con la commedia e il dramma, spesso emergendo come il genere più diretto emotivamente. Non è un caso che i film horror abbiano trovato il loro posto anche nei festival e nelle programmazioni di eventi speciali.
Il successo dell’horror indipendente
Follows ha sottolineato che, per l’horror indipendente, il successo non consiste nel raggiungere tutti, ma nel connettersi con il pubblico giusto. “I grandi studi possono permettersi di spingere i film tra la gente. L’horror indipendente non ha quel lusso. Ha bisogno di matchmaking: connettere un film con le persone che lo ameranno”. Calla ha raccontato come “The Substance” sia partito con un momentum modesto, ma sia esploso in un successo storico, diventando il titolo horror indipendente con il maggior incasso in America Latina in un decennio. La loro campagna si è concentrata sulla precisione nel targeting e nella costruzione di fiducia all’interno di una fanbase core, piuttosto che sul budget tradizionale per i media. Rivera ha aggiunto che da Cinépolis, una raccomandazione curata può aumentare significativamente la visibilità di un film. “Diciamo al pubblico che ci crediamo”, ha detto, sottolineando l’importanza di una stretta collaborazione tra distributori e espositori.
Un futuro luminoso per l’horror
Il panel si è concluso su una nota ottimistica riguardo alla scalabilità internazionale dell’horror. Rivera e Calla hanno sottolineato che l’horror si distribuisce meglio rispetto a qualsiasi altro genere, al contrario della commedia o del dramma, spesso vincolati culturalmente. “Abbiamo provato a distribuire commedie spagnole in America Latina, ma sono fallite”, ha detto Calla. “Ma l’horror? L’horror è universale”. Follows ha paragonato l’espansione del genere horror a come la musica si sia frammentata nell’era post-radio: “L’horror ora significa tutto e niente. Stiamo entrando in una fase in cui i sottogeneri – horror d’autore, slasher, body horror – diventano essenziali per definire l’identità e il marketing”.
In un’era in cui i gatekeeper stanno crollando e l’attenzione si frammenta, la produzione di film di genere, soprattutto horror, è emersa come una forma di cinema affidabile, innovativa e profondamente comunitaria. Come ha detto Follows, “L’horror non è migliorato; sono caduti i muri”. Dai multiplex alle campagne a basso budget, dai meme di TikTok ai maratoni teatrali, l’horror non sta più lottando per il rispetto; sta definendo il futuro.