Come il passaporto digitale sta rivoluzionando il settore della moda in Italia

Il passaporto digitale del prodotto segna una vera e propria rivoluzione nel settore della moda, favorendo la trasparenza e la sostenibilità. Questa innovativa soluzione consente ai consumatori di accedere a informazioni dettagliate sulla provenienza e l'impatto ambientale dei prodotti, contribuendo a un acquisto consapevole e responsabile.

Il passaporto digitale di prodotto, introdotto dall’Unione Europea, rappresenta una risposta fondamentale alle crescenti esigenze di trasparenza e sostenibilità nel settore della moda. Questo strumento, che diventerà obbligatorio dal 2027, ha l’obiettivo di documentare in modo dettagliato l’intero ciclo di vita dei prodotti, dalla fase di produzione fino allo smaltimento finale.

L’industria della moda in Italia, riconosciuta a livello mondiale per la sua eccellenza artigianale e creatività, gioca un ruolo cruciale nell’economia nazionale. Recenti studi hanno evidenziato come questo settore contribuisca significativamente al PIL, generando un valore aggiunto di circa 75 miliardi di euro e 65 miliardi di euro in esportazioni.

La necessità di una regolamentazione

La crescente complessità della filiera della moda ha portato diverse amministrazioni italiane a sensibilizzarsi riguardo a pratiche come il caporalato e altre irregolarità nella produzione. Queste problematiche evidenziano l’urgenza di una gestione etica e sostenibile dell’intero processo produttivo, non solo per salvaguardare l’immagine dei brand, ma anche per garantire la stabilità economica del settore manifatturiero.

Il Green Deal e l’Ecodesign for Sustainable Products Regulation

Per affrontare queste sfide, la Commissione Europea ha proposto l’Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR), parte integrante del Green Deal Europeo. Questa iniziativa mira a superare l’attuale Direttiva Ecodesign, che si è storicamente concentrata sull’efficienza energetica, estendendo il suo raggio d’azione a quasi tutti i prodotti sul mercato europeo. L’ESPR stabilisce criteri di sostenibilità e durabilità, favorendo un’economia circolare e aumentando la competitività delle aziende europee.

Il Digital Product Passport

Tra le innovazioni più significative introdotte dall’ESPR troviamo il Digital Product Passport (DPP). Questo strumento non è un semplice requisito burocratico; si tratta di un sistema elettronico complesso progettato per raccogliere, elaborare e condividere informazioni sui prodotti lungo l’intera catena di fornitura. A partire dal 2027, il DPP diventerà obbligatorio per i settori coinvolti, fungendo da carta d’identità digitale per ciascun prodotto.

Il DPP permetterà ai consumatori di accedere facilmente a dati critici, come l’origine delle materie prime, i metodi di produzione e l’impatto ambientale e sociale del prodotto. Attraverso strumenti come i codici QR, i clienti potranno verificare l’autenticità degli articoli e comprendere appieno la loro storia, contribuendo a un consumo più consapevole.

Trasparenza e responsabilità nella filiera

Implementare il DPP rappresenta una sfida considerevole per un settore caratterizzato da una catena di fornitura estremamente frammentata. Attualmente, molte aziende monitorano solo i fornitori diretti; tuttavia, la trasparenza diminuisce man mano che ci si allontana dalla sorgente originale. Le tecnologie digitali possono quindi facilitare la tracciabilità, trasformandola in un processo sistematico e verificabile.

Digitalizzare la mappatura delle forniture non solo consente di garantire la conformità alle normative, ma offre anche l’opportunità di raccontare una storia autentica di sostenibilità e qualità al consumatore finale. Diverse aziende stanno già tracciando oltre il 90% della loro filiera, scoprendo fornitori non dichiarati e migliorando le condizioni di lavoro senza compromettere la produttività.

Il futuro della moda sostenibile

Nonostante le sfide legate ai costi e all’incertezza degli investimenti necessari per implementare il DPP, è essenziale non considerare questa transizione come un mero costo operativo, ma come un investimento strategico nel valore del brand. Per le piccole e medie imprese, fondamentali per il Made in Italy, è cruciale ricevere supporto istituzionale e incentivi per facilitare l’adozione di politiche di tracciamento.

In questo contesto, il ruolo del consumatore diventa sempre più determinante. L’aumento della domanda di trasparenza e le pressioni provenienti dai social media e dai requisiti ESG spingono i brand ad agire rapidamente. Con il DPP, i consumatori avranno la possibilità di confrontare i prodotti, premiando le aziende che adottano pratiche responsabili e penalizzando quelle che non lo fanno.

L’industria della moda in Italia, riconosciuta a livello mondiale per la sua eccellenza artigianale e creatività, gioca un ruolo cruciale nell’economia nazionale. Recenti studi hanno evidenziato come questo settore contribuisca significativamente al PIL, generando un valore aggiunto di circa 75 miliardi di euro e 65 miliardi di euro in esportazioni.0

Scritto da Viral Vicky

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