Come il Responsabile della transizione digitale sta cambiando la pubblica amministrazione

Analizziamo il crescente potere e le responsabilità del Responsabile della transizione digitale nella pubblica amministrazione.

Diciamoci la verità: il Responsabile della transizione digitale (Rtd) sta diventando il supereroe della pubblica amministrazione italiana. Ma dietro questa maschera da eroe, c’è una realtà ben più complessa e sfumata. È un ruolo che si è evoluto in modo esponenziale, e con esso le aspettative e le responsabilità. Gli Rtd non si occupano più solo di digitalizzazione; ora devono navigare tra la cyber sicurezza, l’intelligenza artificiale e l’interoperabilità, il tutto mentre cercano di mantenere a galla i servizi pubblici. Possiamo davvero continuare a considerarli semplici coordinatori della digitalizzazione?

La trasformazione del ruolo del Rtd

Il Cad, con il suo articolo 17, richiede che ogni ente pubblico nomini un Rtd, ma la definizione di questo ruolo si è ampliata a dismisura. Non è più sufficiente saper gestire la digitalizzazione; oggi ci si aspetta che questi professionisti siano esperti in diversi ambiti, dalla gestione della cyber sicurezza all’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale. Per capire la portata di questa trasformazione, basta considerare che, secondo recenti dati, oltre diecimila Rtd sono stati nominati in tutta Italia. Questo è un chiaro segnale della crescente importanza di questa figura.

Ma non è tutto rose e fiori. La realtà è meno politically correct: mentre gli enti più grandi possono permettersi di avere un team di supporto, nei piccoli comuni il Rtd spesso lavora da solo, sovraccaricato di responsabilità. La legge consente la gestione associata, ma in molti casi, i piccoli comuni non riescono a collaborare, lasciando il Rtd in una situazione di isolamento e stress. I dati Istat mostrano che ci sono oltre 5.500 comuni con meno di 5.000 abitanti, molti dei quali non hanno nemmeno una figura specializzata in ambito digitale. E così, il Rtd si ritrova a essere un “eroe solitario”, costretto a combattere battaglie impossibili. Come possiamo aspettarci che una sola persona gestisca un carico di lavoro così gravoso?

Le sfide della cyber sicurezza e dell’intelligenza artificiale

Con l’aumento degli attacchi informatici, il Rtd deve anche assumere il ruolo di referente per la cyber sicurezza. La nuova Direttiva NIS 2 impone obblighi rigorosi, e i dirigenti pubblici devono adottare misure proattive. Ma chi supporta il Rtd in tutto ciò? In molte amministrazioni, il ruolo di cyber security officer si sovrappone a quello di Rtd, creando un carico di lavoro insostenibile. La legge 90/2024 ha formalizzato la figura di referente per la cybersicurezza, ma in pratica, chi si occupa della sicurezza informatica nei piccoli comuni spesso è lo stesso Rtd, senza alcun supporto tecnico. È questo il modo migliore per garantire la sicurezza dei dati dei cittadini?

In aggiunta, l’intelligenza artificiale sta iniziando a diventare parte integrante delle responsabilità del Rtd. Le linee guida dell’AgID per l’adozione dell’IA nella PA richiedono che il Rtd sia il punto di riferimento interno per l’implementazione di sistemi AI. Tuttavia, ciò richiede competenze specifiche che non sempre sono presenti. La formazione continua diventa quindi essenziale. Ma chi ha il tempo e le risorse per formarsi in un contesto in cui ogni giorno ci sono nuove scadenze e responsabilità? Non è un paradosso che ci troviamo ad affrontare?

Un futuro incerto ma promettente per la PA

Il futuro della pubblica amministrazione digitale dipende in gran parte dalla capacità degli Rtd di adattarsi e affrontare queste sfide. È fondamentale che le istituzioni riconoscano il valore strategico di questa figura e forniscano il supporto necessario. Non si può continuare a considerare il Rtd come un mero tecnico: è un leader, un innovatore, e merita di essere equipaggiato per far fronte alle sfide del mondo digitale.

In definitiva, per realizzare una transizione digitale autentica e sostenibile, è imperativo che le istituzioni creino una governance multilivello, offrendo supporto tecnico e organizzativo concreto. Non possiamo lasciare il Rtd solo a combattere contro i mulini a vento digitali. Solo con un approccio collaborativo e integrato potremo garantire che questa figura fondamentale possa liberare il suo potenziale e guidare verso una pubblica amministrazione più efficiente e a misura di cittadino. È tempo di agire, prima che sia troppo tardi!

Scritto da AiAdhubMedia

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