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In un contesto geopolitico complesso e incerto, la sicurezza delle catene di approvvigionamento critiche è diventata una priorità strategica per l’Europa. La situazione attuale richiede un approccio innovativo e integrato. In questo articolo, si esploreranno le strategie pianificate dall’Europa per affrontare queste sfide, a partire dal programma Readiness 2030.
Il programma Readiness 2030 e l’innovazione tecnologica
Adottato il 12 marzo 2025, il programma Readiness 2030 mobilita 800 miliardi di euro, di cui 650 miliardi provengono dalla flessibilità fiscale del Patto di Stabilità e Crescita. Questo piano ambizioso non solo promuove l’integrazione di tecnologie avanzate nel settore della difesa e dell’aerospaziale, ma punta anche a rafforzare la resilienza industriale dell’Europa. Il fondo Security Action for Europe (SAFE), da 150 miliardi di euro, è fondamentale per ridurre la dipendenza da fornitori esterni e migliorare la sicurezza delle supply chain.
L’Agenzia Europea per la Difesa (EDA) coordina progetti congiunti, come il Permanent Structured Cooperation (PESCO), che include 47 iniziative per standardizzare tecnologie innovative, come droni autonomi e sistemi di comunicazione satellitare. Questo rappresenta un significativo progresso per l’Europa.
Materie prime critiche e autonomia europea
Un altro aspetto cruciale è rappresentato dal Critical Raw Materials Act (CRMA), adottato nel marzo 2024. Questo atto stabilisce obiettivi vincolanti per il 2030, come il fabbisogno di almeno il 10% di materie prime critiche da estrazione interna all’UE. Tra gli esempi chiave, si evidenziano l’espansione del polo Solvay in Francia per il fabbisogno di terre rare e la gigafabbrica Northvolt in Svezia per batterie al litio, progetti che possono contribuire a garantire la sovranità industriale europea.
Iniziative in Spagna per il riciclo della grafite e lo sviluppo di materiali compositi avanzati rappresentano segnali positivi in questa direzione. Secondo un rapporto di EIT RawMaterials, i progetti legati al CRMA potrebbero generare un valore economico di diverse centinaia di miliardi di euro entro il 2030.
Il ruolo dell’Italia nella difesa europea
L’Italia, grazie alle sue filiere avanzate in aerospazio e difesa, gioca un ruolo centrale in questo quadro. Aziende come Leonardo e Fincantieri si dimostrano cruciali per lo sviluppo di tecnologie duali che garantiscono la sicurezza delle supply chain. Il programma Tempest, che coinvolge Regno Unito, Italia e Giappone, integra materiali avanzati in un caccia di sesta generazione, promettendo di rivoluzionare il settore.
In un mondo in cui la tecnologia avanza rapidamente, l’Italia è ben posizionata per diventare un hub industriale e tecnologico nel Mediterraneo. Investimenti come il Polo Nazionale della Microelettronica a Catania, che formerà 5.000 specialisti entro il 2030, pongono le basi per un futuro promettente.