Comprendere la guerra cognitiva russa: impatti e influenze sull’Europa

La guerra cognitiva russa costituisce una sfida cruciale per l'Europa, erodendo la fiducia nelle istituzioni democratiche e minacciando la stabilità sociale e politica del continente.

Nell’attuale contesto geopolitico, la guerra cognitiva si rivela un’arma potente nelle mani del regime russo. Questa strategia si estende oltre il campo di battaglia e mira a intaccare le emozioni e le convinzioni dei cittadini europei.

Con l’emergere di nuove tecnologie, la Russia ha sviluppato metodi sofisticati per diffondere la disinformazione. Tali pratiche colpiscono paesi come l’Italia e l’intera Europa, anche durante le trattative di pace tra Mosca e Kiev.

I fatti

Durante un recente incontro del Consiglio supremo di difesa, la guerra cognitiva è stata identificata come una delle principali preoccupazioni per la sicurezza nazionale. Questo conflitto si caratterizza non solo per la dezinformatzija, ma anche per tecniche come deepfake, bot automatizzati e campagne mirate sui social media.

Il Cremlino ha fatto un passo avanti nella sua capacità di influenzare l’opinione pubblica, utilizzando strumenti che mobilitano le emozioni e creano confusione. Tali operazioni non sono più semplici attacchi di propaganda, ma vere e proprie campagne orchestrate per destabilizzare le società occidentali.

Le operazioni di disinformazione

Una delle operazioni più significative attribuite alla Russia è stata denominata Doppelgänger, in cui i siti web di testate giornalistiche rispettate venivano replicati per diffondere notizie false. L’obiettivo era minare la fiducia del pubblico nelle istituzioni democratiche e nel supporto all’Ucraina.

Un’altra iniziativa, conosciuta come False Façade, ha sfruttato una rete di siti web apparentemente autentici per disseminare informazioni manipolate. Questi siti imitano i media occidentali, creando contenuti ingannevoli attraverso la riproduzione di articoli e notizie travisate.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella disinformazione

Con l’avanzamento dell’intelligenza artificiale, la Russia ha adattato le sue strategie di disinformazione. Non si limita più a pubblicare contenuti fuorvianti, ma sfrutta algoritmi di apprendimento automatico per diffondere narrazioni false attraverso chatbot e altri strumenti digitali.

Un rapporto di NewsGuard ha rivelato come una rete di disinformazione russa, chiamata Pravda, abbia influenzato l’output di vari chatbot di AI, contribuendo a diffondere false narrazioni. L’analisi ha mostrato che circa il 33% delle risposte generate da questi modelli includevano informazioni false provenienti da Pravda.

Il panorama della disinformazione online

Questa rete di disinformazione opera a livello globale, con siti dedicati a diversi mercati, inclusi Europa, Africa e Medio Oriente. I contenuti vengono redatti in più lingue e mirano a destabilizzare le società democratiche.

Il fenomeno del LLM grooming evidenzia come le false informazioni possano facilmente infiltrarsi nei sistemi di AI, influenzando le risposte fornite agli utenti. Questa manipolazione rappresenta una sfida significativa per la verità e la credibilità delle informazioni online.

Necessità di vigilanza

Con l’emergere di nuove tecnologie, la Russia ha sviluppato metodi sofisticati per diffondere la disinformazione. Tali pratiche colpiscono paesi come l’Italia e l’intera Europa, anche durante le trattative di pace tra Mosca e Kiev.0

Con l’emergere di nuove tecnologie, la Russia ha sviluppato metodi sofisticati per diffondere la disinformazione. Tali pratiche colpiscono paesi come l’Italia e l’intera Europa, anche durante le trattative di pace tra Mosca e Kiev.1

Scritto da Elena Rossi

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