Disability manager e valorizzazione dei borghi: tra realtà e speranze

Esplora le potenzialità e le critiche riguardanti il Disability Manager e i programmi di valorizzazione dei borghi marchigiani.

Diciamoci la verità: mentre le istituzioni si affannano a creare nuove figure professionali come il Disability Manager e a lanciare progetti per valorizzare i borghi marchigiani, ci chiediamo se tutto ciò rappresenti davvero un cambiamento concreto o solo un pallido tentativo di mascherare le carenze sistemiche. L’attenzione sembra essersi spostata sull’apparenza, mentre il sostegno reale per le persone con disabilità e per le comunità locali rimane una chimera.

Disability Manager: un passo avanti o una mera etichetta?

Il Disability Manager è stato introdotto come una figura chiave per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, promettendo percorsi di inserimento e supporto. Ma la realtà è meno politically correct: quante pubbliche amministrazioni sono realmente pronte a investire nella formazione e nel supporto di queste figure? Secondo le statistiche, il tasso di disoccupazione tra le persone con disabilità continua a rimanere drammaticamente elevato, con un 34% di disoccupati contro un 10% della popolazione generale. Possiamo davvero pensare che un titolo professionale possa risolvere problemi strutturali così radicati?

Inoltre, l’implementazione di “accomodamenti ragionevoli” spesso è più una promessa che una realtà. Molti datori di lavoro, sia nel pubblico che nel privato, sono riluttanti a investire risorse per migliorare l’accessibilità e l’inclusione. Quindi, il Disability Manager, pur essendo una figura potenzialmente utile, rischia di diventare solo un’altra etichetta in un sistema che fatica a cambiare.

Valorizzazione dei borghi marchigiani: un sogno da realizzare?

Passiamo ora ai borghi marchigiani, uno dei vanti della Regione. Il progetto “I Borghi del San Vicino” promette di trasformare questi luoghi in spazi culturali e turistici, ma ciò che ci si deve chiedere è: è sufficiente un milione di euro per risollevare intere comunità? La realtà è che, sebbene l’iniziativa abbia un forte potenziale, spesso manca di una visione a lungo termine. La valorizzazione dei borghi non può limitarsi a eventi sporadici o a campagne pubblicitarie. Serve un cambio di paradigma che coinvolga residenti, imprenditori e istituzioni in un progetto di sviluppo sostenibile e inclusivo.

Le statistiche parlano chiaro: l’80% delle piccole imprese nei borghi chiude entro i primi cinque anni di attività. Perché? Perché mancano investimenti reali, strategie di marketing efficaci e un supporto strutturale da parte delle istituzioni. Quindi, mentre i politici si riempiono la bocca di termini come “sostenibilità” e “innovazione”, il rischio è che queste belle parole si traducano in poco più che sogni in un cassetto.

Conclusione: una chiamata al pensiero critico

In conclusione, ci troviamo di fronte a un bivio: possiamo accontentarci di iniziative che sembrano promettenti ma che spesso si rivelano deludenti, o possiamo chiedere un approccio più serio e concreto? Le figure come il Disability Manager e i progetti di valorizzazione dei borghi marchigiani possono e devono diventare strumenti di cambiamento reale. Ma per farlo, è necessaria una volontà politica forte e un impegno collettivo per affrontare le sfide strutturali che affliggono queste comunità.

Invitiamo tutti a riflettere criticamente su queste questioni. La vera inclusione e valorizzazione non possono essere raggiunte con slogan e promesse, ma richiedono azioni tangibili e risultati misurabili. Solo così potremo finalmente smascherare il re, che è nudo, e costruire un futuro che sia realmente inclusivo e prospero per tutti.

Scritto da AiAdhubMedia

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