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La recente introduzione dell’obbligo di verifica dell’età per l’accesso ai siti porno segna un’importante svolta nel bilanciamento tra la tutela dei minori e le libertà digitali. A partire dal 12 novembre 2025, chi gestisce contenuti pornografici in Italia dovrà garantire che solo gli utenti maggiorenni possano accedervi, pena sanzioni severe.
Questa decisione, presa dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), è il risultato di un lungo processo legislativo e mira a creare un ambiente online più sicuro per i giovani. Tuttavia, la strada verso l’implementazione di queste nuove regole non è priva di sfide e controversie.
Il quadro normativo e le scadenze
Il decreto Caivano ha stabilito le linee guida per la verifica dell’età, e la delibera AGCOM n. 96/25/CONS ha dato il via a un periodo di sei mesi per l’adeguamento da parte dei gestori di contenuti. Al 12 novembre 2025, i siti italiani dovranno dimostrare di avere implementato un sistema di age verification efficiente.
Per i siti esteri, che rappresentano la maggior parte di quelli in circolazione, il termine scade il 1°. Questo periodo di transizione è stato concepito per garantire che le piattaforme possano conformarsi alle normative senza ritardi, fornendo un margine di manovra per eventuali aggiustamenti.
Le sanzioni in caso di inadempimento
Le conseguenze per i siti che non si adeguano a queste nuove disposizioni possono essere severe: multe fino a 250.000 euro e la possibilità di essere oscurati in Italia. L’Agcom ha già stilato una lista di 45 siti a cui si applicheranno queste regole, ma è noto che molti di questi sono di origine straniera e quindi beneficeranno del periodo di grazia.
La questione della privacy e dell’anonimato
Un aspetto cruciale della nuova normativa è l’adozione di un sistema che garantisca il doppio anonimato. Questo significa che chi verifica l’età non saprà per quale sito l’utente sta tentando di accedere, e il sito stesso non avrà accesso all’identità dell’utente. Questa misura è stata pensata per proteggere la privacy degli utenti e per evitare la raccolta di dati sensibili.
Per accedere ai contenuti per adulti, gli utenti dovranno utilizzare un’applicazione che fornisce una prova crittografata della maggiore età. Si prevede che l’IT Wallet, un portafoglio digitale europeo, possa svolgere un ruolo fondamentale in questo processo, garantendo sicurezza e interoperabilità. Inoltre, metodi alternativi di verifica, come l’uso di carte di credito o il riconoscimento via operatore mobile, saranno accettati solo se rispondono agli stessi standard di protezione dei dati.
Confronto con altre nazioni
Questa iniziativa non è un caso isolato. Altre nazioni, come il Regno Unito e la Francia, hanno già introdotto misure simili. Ad esempio, il Online Safety Act britannico impone controlli rigorosi per l’accesso ai siti porno, mentre in Francia sono stati presi provvedimenti per forzare le piattaforme a verificare l’età degli utenti. Tuttavia, tali misure hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla libertà di accesso e alla potenziale erosione della privacy.
In Italia, la nuova normativa rappresenta un passo significativo verso una rete più responsabile, ma non è esente da critiche. Molti esperti e politici discutono sull’efficacia di tali provvedimenti e sulla loro capacità di realmente proteggere i minori. Il dibattito è aperto e la società è invitata a riflettere su come bilanciare sicurezza e libertà in un contesto digitale in continua evoluzione.

