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Negli ultimi anni, il settore del Direct-to-Device (D2D) satellitare ha vissuto una trasformazione significativa. Questa evoluzione si caratterizza per il passaggio da semplici test e prove di concetto a un approccio più strategico, dove le telecomunicazioni e i partner spaziali devono collaborare per garantire una copertura continua, una capacità adeguata per ogni utente e modelli di prezzo che riflettano la reale qualità del servizio. La chiave di questo cambiamento è rappresentata da strumenti analitici come il Non‑Geo Constellations Analysis Toolkit (Ncat) sviluppato da Analysys Mason, che permette di simulare e valutare vari scenari prima di effettuare investimenti significativi.
La funzione di Ncat nel D2D satellitare
I dati forniti dalle simulazioni effettuate con Ncat offrono un quadro realistico delle sfide attuali. Anche con una costellazione di oltre 650 satelliti in Very Low Earth Orbit (VLeo) dedicati al D2D negli Stati Uniti, si riscontrano ancora limitazioni, come finestre di non visibilità e capacità aggregata insufficiente. Questo evidenzia la necessità di calibrare le aspettative degli utenti e di stabilire un pricing che rispecchi le condizioni operative reali.
Intermittenze e capacità di servizio
Le simulazioni Ncat 6.0 mostrano che, nonostante i progressi nella densificazione orbitale, il servizio D2D continua a soffrire di intermittenze. La visibilità limitata dei satelliti e i requisiti di angolo di elevazione per i dispositivi mobili significano che molte aree sono servite da soli 0–2 satelliti in media, con picchi occasionali e brevi interruzioni. La capacità downlink disponibile a livello nazionale si attesta attorno ai 10 Gbit/s, ma il suo utilizzo dipende fortemente dalla concorrenza tra utenti e dalla gestione spaziale dei fasci. Di conseguenza, per rendere il D2D un servizio di massa, è fondamentale una maggiore scalabilità e un’allocazione dinamica delle risorse.
Strategie di pricing e volontà di pagamento
Le analisi condotte da Analysys Mason sulla willingness-to-pay indicano che fino al 27% dei consumatori sarebbe disposto a pagare di più per accedere a servizi D2D, con un interesse ancora maggiore per funzionalità come messaggistica e servizi di emergenza. Per le aziende telecomuniche, questo implica la creazione di pacchetti intelligenti che iniziano con funzionalità a bassa intensità di rete e alta utilità, come messaggi e localizzazione, per poi espandersi verso voce e dati man mano che la capacità e lo spettro lo consentono.
Importanza della trasparenza nel pricing
La chiave per monetizzare efficacemente i servizi D2D non è automatica. Essa dipende dalla capacità di comunicare in modo chiaro e trasparente la qualità offerta e dalla flessibilità delle tariffe durante i picchi di domanda. La gestione delle aspettative degli utenti è cruciale per costruire una base di clienti soddisfatti e fedeli.
Il ruolo dello spettro nella strategia D2D
Lo spettro rappresenta un elemento fondamentale per il successo del D2D. Le opzioni come la mobile spectrum reuse con i Mobile Network Operators (MNO) consentono una maggiore integrazione, ma presentano anche sfide legate alla diversità delle bande e al rischio di interferenze. D’altra parte, l’uso di bande satellitari dedicate, come la S-band o la L-band, offre un’opzione più armonizzata e meno conflittuale con le reti terrestri, ma richiede un ecosistema di terminali ben definito e percorsi regolatori chiari.
Le tendenze del settore indicano una crescente preferenza per l’uso delle bande satellitari dedicate, che potrebbero accelerare il lancio dei servizi D2D nei vari mercati, migliorando la coerenza internazionale e minimizzando i compromessi tecnici. Per le aziende telecomuniche, è fondamentale progettare un mix di spettro che riduca al minimo i trade-off, supportato da simulazioni Ncat per valutare gli impatti sulla copertura e sulla capacità.

