La digitalizzazione della PA: un passo verso l’AI

L'AI è la chiave per una PA più efficiente, ma senza solide basi digitali non si va lontano.

Negli ultimi due anni, l’intelligenza artificiale ha catturato l’attenzione di tutti, dalla grande azienda alle piccole e medie imprese (PMI), ma anche della Pubblica Amministrazione (PA). Non si tratta solo di un trend, ma di una vera e propria opportunità per rivoluzionare il modo in cui operiamo. Ricordo quando, durante una conferenza, un esperto del settore disse che l’AI era come un’onda inarrestabile: chi non si preparava a cavalcarla, rischiava di restare indietro. Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e le iniziative legate alla PA Digitale 2026, anche i comuni più piccoli sono stati coinvolti in questa transizione, ma ci sono insidie da considerare.

Il contesto attuale della PA e l’AI

La recente introduzione di strumenti come ChatGPT ha spostato l’attenzione sull’AI, presentandola spesso come la panacea per i problemi storici della PA. Tuttavia, questa corsa all’innovazione rischia di compromettere un processo di digitalizzazione che deve essere ben radicato per garantire un’adozione efficace dell’intelligenza artificiale. Posso affermare che abbracciare l’AI senza avere basi digitali solide è come costruire una casa senza fondamenta: a lungo termine, non reggerà. L’AI non è solo tecnologia; è un approccio che richiede infrastrutture adeguate e competenze specifiche. La domanda è: siamo pronti per questa sfida?

Il ruolo del “back-to-basics”

In questo contesto, si parla di un “back-to-basics”, ovvero un ritorno ai fondamenti della digitalizzazione nella PA locale. È cruciale che l’AI venga implementata solo se supportata da solide basi digitali. Pensateci: senza una corretta gestione dei dati e dei documenti, l’AI diventa un mero esercizio accademico. I progetti avviati devono essere considerati come parte di un’architettura integrata piuttosto che come singoli adempimenti. E qui entra in gioco l’interoperabilità. Gli enti locali devono adottare soluzioni che favoriscano una connessione fluida tra i vari sistemi e applicazioni. Solo così si potrà garantire un ecosistema digitale coerente e sostenibile.

Le misure del PNRR e la digitalizzazione

Il PNRR offre opportunità uniche, ma richiede anche un cambiamento radicale nell’approccio alla PA. Per esempio, le misure 1.2 e 1.4.1. sono cruciali per la migrazione al cloud e per i servizi ai cittadini, permettendo di implementare un sistema end-to-end. Questo significa che ogni fase del procedimento amministrativo deve essere digitalizzata e interconnessa. Ricordo un episodio in cui un comune ha implementato un sistema integrato per la gestione delle pratiche dei cittadini. Prima, ogni fase era separata, causando ritardi e confusione. Ora, grazie a un approccio unificato, i cittadini possono monitorare in tempo reale lo stato delle loro istanze, con una riduzione degli errori e un incremento della soddisfazione generale.

L’importanza della gestione documentale

Non possiamo dimenticare il ruolo fondamentale della gestione documentale. Molti comuni, purtroppo, si trovano a fronteggiare caos e inefficienza nei loro archivi. La qualità dei servizi ai cittadini ne risente. I metadati diventano quindi essenziali: senza di essi, anche la più sofisticata intelligenza artificiale fatica a funzionare. Come molti sanno, una gestione strutturata dei metadati permette di rendere i documenti facilmente recuperabili e analizzabili. È qui che l’AI può davvero brillare, aiutando a fare ordine nei dati e a garantire una maggiore trasparenza.

Verso una governance dei dati efficace

La Piattaforma Digitale Nazionale Dati è uno strumento chiave in questo processo. Permette di superare i silos informativi e facilita lo scambio sicuro di dati tra le amministrazioni. Tuttavia, per sfruttarne appieno il potenziale, è necessaria una standardizzazione delle API. Questo non solo semplifica l’integrazione dei sistemi, ma garantisce anche la qualità e la coerenza dei dati. Personalmente, credo che una governance efficace dei dati sia il cuore pulsante di ogni iniziativa di digitalizzazione. Senza di essa, l’AI rischia di diventare un mero strumento, privo di reali benefici per la PA e, in ultima analisi, per i cittadini.

Conclusioni: un futuro da costruire insieme

L’AI rappresenta una sfida e un’opportunità ineguagliabile per la PA. Non è un’innovazione da adottare frettolosamente, ma un cambiamento che deve avvenire in modo organico e sostenibile. Abbracciare l’AI significa ripensare processi e flussi di lavoro, eliminando le inefficienze. Solo così potremo costruire una PA più intelligente, capace di rispondere alle esigenze dei cittadini con efficienza e trasparenza. E voi, siete pronti a far parte di questo cambiamento?

Scritto da AiAdhubMedia

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