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In un mercato dove la competizione è all’ordine del giorno, ogni mossa conta. Recentemente, Amazon Web Services (Aws) ha deciso di dismettere il suo servizio “Aws Private 5G”, un cambio di rotta significativo che riflette non solo le sfide del settore, ma anche una strategia più ampia nel panorama delle telecomunicazioni. Questo è un segnale chiaro: il colosso del cloud non intende rinunciare al 5G, ma sta per affrontare la questione da una prospettiva diversa, cercando alleanze con gli operatori tradizionali.
La storia di Aws Private 5G
Aws Private 5G è stato lanciato nel 2021 con l’ambiziosa intenzione di facilitare l’adozione delle reti 5G private. L’idea era semplice: fornire un’infrastruttura pronta all’uso, gestita dal cloud, per semplificare l’installazione e la gestione da parte delle aziende. Un sistema “plug-and-play” che prometteva di risolvere le complessità delle reti tradizionali. Ma, come si suol dire, non sempre le cose vanno come previsto.
Inizialmente, l’interesse da parte delle aziende era palpabile. Ricordo quando, nei seminari di settore, si parlava con entusiasmo delle potenzialità di questa soluzione. Le imprese potevano ordinare il kit direttamente dalla console Aws, installarlo autonomamente e creare una rete mobile ad alte prestazioni. Sembrava l’inizio di una nuova era. Ma, man mano che il tempo passava, la realtà si è rivelata più complessa. La pressione competitiva e le difficoltà operative hanno fatto emergere i limiti del progetto.
Le sfide affrontate da Aws
Uno dei fattori che hanno influenzato la decisione di chiudere il servizio è stata la concorrenza con gli operatori di telecomunicazioni, che tradizionalmente dominano il mercato delle reti mobili private. Questi operatori, con anni di esperienza e infrastrutture consolidate, sono stati in grado di offrire soluzioni più complete e mature. Le aziende, quindi, si sono spesso trovate a preferire fornitori con una lunga storia nel settore telco piuttosto che un gigante del cloud, sebbene innovativo.
Inoltre, la chiusura di Aws Private 5G non segna un abbandono totale del 5G, ma piuttosto una ristrutturazione delle priorità. Aws ha affermato di voler continuare a supportare l’adozione del 5G attraverso soluzioni di edge computing e nuove collaborazioni con i fornitori di telecomunicazioni. Questo approccio sembra più sostenibile e in linea con la realtà del mercato, dove le alleanze strategiche stanno diventando sempre più comuni.
Il panorama della competizione tra Telco e Big Tech
Negli ultimi anni, il confine tra le tradizionali Telco e le Big Tech si è assottigliato. Ciò che un tempo erano mercati distinti, ora si intrecciano sempre di più. Le Telco e le grandi piattaforme digitali come Amazon, Google e Microsoft competono in ambiti come cloud, edge computing e 5G privato. Prendiamo come esempio l’accordo tra Aws e Telefónica Germany: un passo significativo che segna l’ingresso di Aws nel mercato delle telecomunicazioni europee.
Le Telco, però, non possono ignorare la crescente disparità nei ricavi rispetto alle Big Tech. Secondo recenti rapporti, mentre i ricavi delle piattaforme OTT come Amazon e Netflix sono cresciuti notevolmente, quelli delle Telco sono aumentati a un ritmo molto più lento. Questo squilibrio ha alimentato discussioni sul “fair share”, l’idea che le Big Tech dovrebbero contribuire ai costi delle reti che utilizzano intensamente. E chi non si è trovato a discutere di questo argomento in una tavola rotonda? È evidente che la questione è sempre più attuale.
Il futuro della competizione: Telco e TechCo
Per rimanere competitive, le Telco stanno evolvendo verso modelli TechCo, aziende che combinano connettività e servizi digitali avanzati. Questo richiede l’adozione di tecnologie cloud-native e la creazione di nuove partnership strategiche. È un cambiamento radicale, che richiede visione e determinazione. E, ammettiamolo, la sfida non è da poco.
In un contesto sempre più complesso, chi riuscirà a innovare rapidamente e a stringere alleanze efficaci avrà le maggiori opportunità nel panorama tecnologico post-5G. L’evento “Telco per l’Italia” del prossimo 11 giugno a Roma sarà un’importante occasione di discussione su questi temi. Sarà interessante vedere come si evolverà questa dinamica e quali strategie verranno adottate nel prossimo futuro.