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Diciamoci la verità: l’innovazione tecnologica viene spesso celebrata come la soluzione a tutti i problemi, ma in fondo sappiamo che può avere effetti controproducenti. Con la 41^ edizione di Milano Unica alle porte, si è fatta strada una nuova app ufficiale. Ma siamo certi che questa novità cambierà il modo in cui buyer ed espositori si relazionano, oppure si tratta solo di un bel vestito che nasconde poca sostanza?
Funzionalità: un mare di promesse?
La nuova app di Milano Unica vanta una serie di funzionalità accessibili a tutti, senza alcun bisogno di registrazione. E qui inizia il primo problema: perché dovremmo esultare per un’app che offre solo strumenti generici, quando è chiaro che la vera interazione avviene a livelli più profondi? È come andare a una fiera d’arte e limitarsi a sfogliare i cataloghi, senza mai varcare la soglia delle gallerie. Dobbiamo chiederci: cosa ci sta realmente offrendo questa app?
In aggiunta, per i buyer sono previsti servizi dedicati, ma accessibili solo dopo un login. Qui, il re è nudo: ci sono davvero buyer così interessati a registrarsi per accedere a strumenti che potrebbero rivelarsi poco più di un elenco di contatti? La realtà è meno politically correct: molti buyer potrebbero sentirsi più a loro agio con un semplice foglio Excel piuttosto che con un’app che promette di semplificare ma rischia di complicare ulteriormente le cose.
Due nuove funzionalità, ma cosa significano realmente?
Milano Unica ha deciso di introdurre due nuovi strumenti per i buyer, pensati per migliorare l’esperienza di visita. Ma, a questo punto, ci si deve domandare: cosa sono realmente queste funzionalità? Se non affrontano i problemi concreti che buyer ed espositori si trovano a fronteggiare, rischiano di diventare solo una giustificazione per i costi e gli sforzi sostenuti nello sviluppo dell’app. La mia provocazione è chiara: in un contesto come quello della moda e del design, dove le relazioni personali e le interazioni dirette sono fondamentali, quanto potrà mai essere utile un’app?
Infatti, nonostante il digitale sembri la direzione in cui ci stiamo muovendo, l’essenza delle fiere risiede nelle interazioni umane. È lecito chiedersi se questa app sia in grado di facilitare tali interazioni o, al contrario, se stia cercando di sostituirle con una facciata digitale che non potrà mai replicare il calore e la spontaneità del contatto diretto.
Conclusioni: è davvero un passo avanti?
In sostanza, il lancio di questa app potrebbe non segnare un reale passo avanti per l’esperienza di Milano Unica. In un settore dove il networking e le relazioni personali sono fondamentali, l’idea di un’app che facilita l’interazione digitale suona come una soluzione superficiale a problemi ben più complessi. È tempo di riflettere: stiamo davvero abbracciando il futuro o ci stiamo solo illudendo di farlo?
Invito tutti a guardare oltre le promesse luccicanti delle innovazioni tecnologiche che ci vengono presentate. Lasciate che siano le vostre esperienze personali a guidarvi, piuttosto che le illusioni di un’app che potrebbe risultare più un gioco di prestigio che uno strumento utile. La vera innovazione non è solo digitale, è umana.