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Negli ultimi anni, la sanità digitale ha subito una profonda trasformazione in Europa, culminata con l’adozione dello European Health Data Space (EHDS). Questo regolamento, che diventerà operativo tra il 2025 e il 2025, si propone di abbattere le barriere nazionali e di creare un mercato unico per i dati sanitari. Il suo scopo fondamentale è duplice: migliorare l’assistenza ai pazienti e stimolare la ricerca e l’innovazione nel settore sanitario.
Il contesto italiano e l’ecosistema dati sanitari
In Italia, l’EHDS trova una sua applicazione concreta attraverso l’ecosistema dati sanitari (EDS), supportato da recenti decreti attuativi e dal rinnovato fascicolo sanitario elettronico 2.0 (FSE 2.0). Queste iniziative mirano ad allineare le infrastrutture italiane agli standard europei, rendendo il FSE uno strumento chiave per l’esercizio dei diritti dei cittadini.
Il ruolo del FSE 2.0
La versione 2.0 del FSE introduce novità significative, affrontando la modernizzazione tecnologica e il rispetto delle normative vigenti. Tra le innovazioni più rilevanti vi è l’interoperabilità dei dati, una condizione essenziale per garantire una comunicazione fluida tra i diversi attori del sistema sanitario. Questo sviluppo include il potenziamento delle interfacce con i Clinical Decision Support Systems, i quali possono ottimizzare l’uso delle informazioni disponibili per i medici.
Interoperabilità e sicurezza dei dati
Uno degli obiettivi principali dell’EHDS è garantire la sicurezza e l’interoperabilità dei dati. Le normative stabiliscono chiaramente due modalità di utilizzo dei dati sanitari: il uso primario e il uso secondario. Il primo è indirizzato a fornire al paziente strumenti per comprendere e gestire il proprio stato di salute, mentre il secondo si concentra sulle esigenze delle amministrazioni e della ricerca.
Diritti dei cittadini e consenso informato
Il FSE 2.0, in conformità con le normative europee, rafforza i diritti dei pazienti, ponendoli al centro della gestione dei propri dati. Si supera gradualmente il modello del consenso esplicito, adottando un approccio più flessibile e gestibile. Tuttavia, la disponibilità dei cittadini a condividere i propri dati rimane un tema delicato, con solo il 42% degli utenti che ha attualmente acconsentito.
Le sfide dell’implementazione e le differenze regionali
Nonostante i progressi, l’implementazione del FSE 2.0 in Italia presenta disuguaglianze significative. Alcune regioni, come Emilia-Romagna e Lombardia, sono all’avanguardia, mentre altre, come Calabria e Sicilia, mostrano ritardi notevoli. Solo il 25% dei documenti sanitari previsti è attualmente accessibile in tutte le regioni, evidenziando la necessità di un coordinamento più efficace.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha stanziato 1,3 miliardi di euro per potenziare il FSE, mirato a ridurre le disparità regionali e a garantire un accesso equo ai servizi digitali. Tuttavia, la sfida principale resta la transizione da un sistema basato su documenti a uno fondato su dati, richiedendo un impegno collettivo per creare un ecosistema sanitario integrato.
Verso un futuro più inclusivo
L’introduzione dell’EHDS rappresenta un’opportunità unica per la sanità europea e italiana. Con un focus sull’integrazione dei dati, sulla sicurezza e sui diritti dei cittadini, si apre la strada verso un sistema sanitario più coordinato e accessibile. Tuttavia, il successo di questo ambizioso progetto dipenderà dalla capacità di affrontare le sfide attuali e di garantire che tutti i cittadini possano beneficiare delle nuove tecnologie.

