L’evoluzione della psicoterapia: tra bot e clinici

L'Intelligenza Artificiale sta trasformando la psicoterapia, ma può sostituire i clinici?

Negli ultimi anni, l’emergere della psicoterapia online ha rivoluzionato il modo in cui i professionisti della salute mentale interagiscono con i pazienti. Dopo il lockdown, il dibattito si è spostato sull’efficacia dei trattamenti forniti tramite bot di Intelligenza Artificiale (IA). Questi strumenti digitali stanno iniziando a giocare un ruolo significativo nel supporto psicologico, ma quanto possono realmente sostituire il contatto umano?

Il contesto della psicoterapia digitale

Nel 2020, prima dell’avvento della pandemia, si discuteva già delle app per la salute mentale. Tra queste, Woebot Health ha guadagnato attenzione come un’applicazione di terapia cognitivo-comportamentale. Questa piattaforma consente agli utenti di monitorare il proprio benessere mentale quotidianamente, offrendo supporto 24 ore su 24. Woebot non solo aiuta gli utenti a comprendere meglio le loro emozioni, ma apprende anche dalle interazioni, migliorando nel tempo.

Negli Stati Uniti, l’adozione di bot con un orientamento psicoanalitico sta crescendo. Questi strumenti possono fungere da supporto preliminare per chi cerca una terapia analitica, utilizzando questionari strutturati simili ai test di personalità per formulare ipotesi diagnostiche. La connessione tra linguaggio digitale e psicoanalisi è affascinante, poiché entrambi si basano su strutture linguistiche.

Applicazioni nel trattamento clinico

Dispositivi digitali e robot hanno mostrato efficacia nel trattamento di bambini autistici. Recenti studi, come quelli presentati al Convegno dell’Università di Rennes, evidenziano come il digitale possa essere un partner prezioso nell’assistenza. Il progetto Therabot dell’Università Statale del Mississippi, ad esempio, utilizza un robot a forma di cagnolino per supportare i bambini con disturbi post-traumatici, facendo leva su esperienze affettive simili a quelle che si trovano nei giochi di ruolo con oggetti transizionali.

Inoltre, il Politecnico di Milano ha presentato un volume innovativo che esplora il design di oggetti per supportare le persone con autismo, dimostrando come la multidisciplinarità possa generare soluzioni tangibili per le sfide quotidiane di queste persone.

Il confronto con i clinici

Nel 2023, uno studio pubblicato su JAMA ha confrontato le risposte di bot IA con quelle di clinici in un forum online. I risultati mostrano che il 78% delle persone preferiva le risposte delle IA. Questo suggerisce che i bot possono fornire risposte più lucide e coerenti, senza il rischio di stanchezza che può influenzare i professionisti umani. Tuttavia, l’empatia e la calore umano che un clinico porta nel suo lavoro rimangono insostituibili.

Il desiderio umano nella terapia

Uno degli aspetti più critici della psicoanalisi è il fenomeno del transfert, ovvero l’attivazione di vissuti affettivi verso l’analista. Questo processo si basa sull’interazione umana e su errori che, paradossalmente, possono stimolare la guarigione. L’Intelligenza Artificiale può analizzare dati e fornire risposte, ma non può replicare il desiderio umano, essenziale per una terapia efficace.

La relazione terapeutica è, in definitiva, una storia d’amore. La connessione emotiva tra terapeuta e paziente è ciò che rende il trattamento davvero efficace, e ciò non può essere replicato da un bot. La psicoanalisi richiede un incontro profondo, che va oltre la mera comunicazione di informazioni.

Possibili collaborazioni tra clinici e IA

Nonostante le differenze, ci sono spazi per una collaborazione fruttuosa tra clinici e strumenti di IA. Un esempio è Sonya, un’app sviluppata dall’istituto Minotauro, che offre una prima consultazione per adolescenti attraverso chat. Questo approccio non sostituisce la terapia, ma può servire come un primo passo verso un percorso di cura più profondo.

È importante distinguere tra l’uso di app per la salute mentale e la psicoterapia online. Mentre le app possono offrire supporto immediato, non possono sostituire le dinamiche complesse di una terapia analitica, che richiede un incontro reale e il desiderio del terapeuta di comprendere il paziente.

Il futuro della psicoterapia

La capacità di un dispositivo IA di apprendere e migliorare non lo rende in grado di sostituire le caratteristiche umane dei clinici. I bot possono rispondere con precisione e rapidità, ma non possono provare desideri o passioni. Questo desiderio, derivante dalla mancanza, è ciò che rende la terapia analitica unica.

In un contesto in cui il digitale e l’IA continuano a espandersi, i clinici ben formati e sensibili non devono temere di essere sostituiti. La loro esperienza, unita alla loro capacità di instaurare legami emotivi, rimane insostituibile. Così, mentre i bot e le app possono essere strumenti utili, la psicoanalisi rimane una pratica profondamente umana.

Scritto da AiAdhubMedia

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