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L’intelligenza artificiale (AI) è frequentemente considerata una tecnologia in grado di migliorare l’efficienza delle operazioni quotidiane. Tuttavia, Sangeet Paul Choudary, esperto di piattaforme digitali e autore di Platform Revolution, avverte che questa visione è limitata. L’AI non si limita a ottimizzare compiti specifici; essa ha il potere di trasformare radicalmente le strutture economiche e organizzative su cui poggia il nostro sistema.
Il contributo di Sangeet Paul Choudary
Sangeet Paul Choudary è considerato un’autorità nel campo dell’innovazione digitale, focalizzandosi in particolare sulle piattaforme business-to-business (B2B). La sua opera, Platform Revolution, analizza il modo in cui le piattaforme digitali stanno trasformando il panorama commerciale e l’economia globale. Attraverso il suo lavoro, Choudary ha sviluppato una comprensione approfondita dei modelli di business basati su piattaforme, offrendo spunti teorici e pratici significativi, in particolare nel contesto delle piattaforme multi-lato.
Il valore delle piattaforme
Il focus di Choudary è sulla creazione di valore attraverso le interazioni tra diversi gruppi di utenti, come produttori e consumatori. In qualità di fondatore di Platformation Labs, offre consulenze e formazione per aiutare le aziende a costruire e scalare piattaforme di successo. Ha collaborato con molte realtà globali, supportandole nell’esplorazione e nello sfruttamento del potenziale delle piattaforme digitali per innovare e crescere nel loro settore.
Riconsiderare il ruolo dell’intelligenza artificiale
Durante il suo intervento al convegno GenAI & Platform Thinking del Politecnico di Milano, Choudary ha evidenziato un errore comune: considerare l’intelligenza artificiale come un semplice strumento per migliorare le prestazioni. Secondo il relatore, l’impatto dell’AI è sistemico e influisce sulle modalità di coordinamento, competizione e creazione di valore collettivo da parte delle aziende. Questo cambiamento richiede un passaggio dal miglioramento dei compiti alla ristrutturazione dei sistemi.
Un’analogia storica
Per illustrare questo cambiamento, Choudary fa riferimento al container marittimo. Introdotto negli anni ’50, inizialmente considerato un’innovazione logistica, ha avuto un impatto ben più ampio. La standardizzazione delle unità di carico e l’introduzione di polizze di trasporto unificate hanno rivoluzionato il modo in cui le merci viaggiano. Questo ha permesso una connessione diretta tra navi, treni e camion, dando vita alla spedizione intermodale. Tale evoluzione ha trasformato radicalmente la logica della produzione, consentendo alle aziende di distribuire la produzione a livello globale.
Il cambiamento delle gerarchie economiche
Choudary evidenzia che, grazie all’affidabilità della spedizione, la manifattura si è scorporata dalla necessità di mantenere una produzione locale. Da quel momento, la competizione non si è più basata esclusivamente sui prodotti finiti, ma si è spostata verso i componenti interoperabili. Ogni parte di un sistema può essere migliorata, generando un vantaggio competitivo attraverso una combinazione più efficiente delle risorse.
Attualmente, l’intelligenza artificiale produce un effetto simile, ma a livello cognitivo e organizzativo. Secondo Choudary, l’AI funge da infrastruttura economica piuttosto che da semplice strumento. La tecnologia non ha successo perché esegue compiti meglio, ma perché modifica il modo in cui le parti del sistema si coordinano.
Orchestrazione algoritmica
La vera innovazione sistemica legata all’intelligenza artificiale si evidenzia nel passaggio da un’economia fondata su lavoro manuale o cognitivo a una economia di orchestrazione algoritmica. Gli algoritmi non si limitano a sostituire attività, ma ridefiniscono il modo in cui le informazioni circolano tra individui, team e organizzazioni. Analogamente al container, che ha reso continuo il flusso di merci, l’intelligenza artificiale facilita un flusso costante di dati e decisioni.
Creazione di ecosistemi dinamici
Con l’intelligenza artificiale, il valore non deriva più dal controllo, ma dall’orchestrazione delle interazioni. Le aziende devono integrare l’AI nei loro modelli non come tecnologia secondaria, ma come un meccanismo di governance distribuita, per generare vantaggi competitivi difficilmente replicabili. Questa logica è stata approfondita dal Politecnico di Milano, che ha evidenziato come la sinergia tra piattaforme e intelligenza artificiale possa ridurre inefficienze e migliorare il coordinamento.
La sfida attuale non consiste semplicemente nell’adottare strumenti di AI, ma nel progettare sistemi capaci di apprendere e adattarsi. L’evoluzione da un’economia della produzione a una di orchestrazione segna un cambiamento di paradigma, dove le competenze aziendali si trasformano e nuove opportunità emergono.
In questo contesto, il vantaggio competitivo non deriva più dal possesso di risorse, ma dalla capacità di connessione e integrazione. Analogamente a quanto avvenuto con il container, che ha rivoluzionato il trasporto marittimo, l’innovazione sistemica attraverso l’intelligenza artificiale sta modificando le fondamenta dell’economia contemporanea.

