Sanità e innovazione: realtà o propaganda?

Un'analisi critica sulle promesse di modernizzazione della sanità marchigiana e sulla realtà che si cela dietro le statistiche.

Diciamoci la verità: l’ammodernamento delle apparecchiature sanitarie è diventato il mantra della politica sanitaria italiana. Eppure, quando si scava sotto la superficie, si scopre che le cose non sono mai così semplici come ci vogliono far credere. La Regione Marche, con il suo piano di potenziamento, è l’ultimo esempio di questa illusione collettiva, dove il rinnovamento tecnologico viene spacciato come la panacea per tutti i mali del sistema sanitario pubblico.

Un piano di ammodernamento che fa discutere

Il vicepresidente e assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini, ha recentemente annunciato l’installazione e il collaudo della totalità delle 57 nuove grandi apparecchiature sanitarie. Ma, facciamo un passo indietro. A cosa serve avere apparecchiature all’avanguardia se poi non ci sono i medici o le risorse adeguate per utilizzarle? Non è forse questa una domanda che merita attenzione? Con l’implementazione di mammografi, risonanze magnetiche e ecografi dotati di intelligenza artificiale, i cittadini marchigiani dovrebbero sentirsi rassicurati. Ma la realtà è meno politically correct: le liste d’attesa sono ancora lunghe e la qualità del servizio non migliora semplicemente con l’arrivo di nuovi macchinari. Come se non bastasse, la sostituzione di 57 apparecchiature è stata accompagnata da un differimento per ben 12 di esse, con deadline che si spingono fino al 2025. Un chiaro segnale che il piano, per quanto ambizioso, è tutt’altro che fluido.

Fatti e statistiche che disturbano

Le statistiche parlano chiaro: in molte regioni italiane, la carenza di personale sanitario è un problema endemico. Secondo i dati più recenti, le Marche non fanno eccezione. Anche con il potenziamento tecnologico, il numero di specialisti non è aumentato in proporzione. E allora ci chiediamo: come possono queste nuove apparecchiature influenzare realmente il sistema sanitario se non c’è chi le utilizza? La Regione ha già approvato 45 apparecchiature operative, ma il fatto che 10 siano ancora in attesa di collaudo è emblematico di un ritardo che potrebbe costare caro ai pazienti. Nonostante le promesse di diagnosi più rapide e precise, il problema delle liste d’attesa rimane irrisolto. La Regione Marche, pur vantando l’introduzione di tecnologie innovative, non può ignorare la realtà in cui si trovano i cittadini: lunghe attese e accesso a servizi che, in teoria, dovrebbero essere all’avanguardia. È chiaro che l’ammodernamento tecnologico deve essere accompagnato da una revisione globale del sistema sanitario, che includa anche il potenziamento delle risorse umane.

Conclusioni che disturbano ma fanno riflettere

La trasformazione della sanità marchigiana è un processo complesso, ma le promesse politiche spesso si scontrano con la dura realtà. Il re è nudo, e ve lo dico io: l’innovazione tecnologica da sola non basta. Senza una rete di professionisti adeguatamente formati e senza un piano strategico che vada oltre l’installazione di nuovi macchinari, il rischio è che ci troviamo di fronte a un’illusione di progresso. In un contesto dove le aspettative sono alte, ma i risultati non sempre all’altezza, è fondamentale mantenere un pensiero critico. Non possiamo permettere che la retorica della modernizzazione ci accechi, mentre i veri problemi del sistema sanitario restano irrisolti. La vera sfida per le Marche, e per l’Italia intera, è quella di costruire un sistema sanitario che non solo sia equipaggiato con la tecnologia più avanzata, ma che sia anche in grado di rispondere efficacemente ai bisogni dei cittadini. Solo così potremmo davvero parlare di un progresso significativo.

Scritto da AiAdhubMedia

Come l’IA sta trasformando le pubbliche amministrazioni italiane