Strategie per sbloccare la crescita delle scale-up in difficoltà

Le scale-up affrontano sfide significative quando la crescita si arresta. Ecco come riconoscere i segnali e trovare soluzioni efficaci.

La realtà è meno politically correct: dopo anni di crescita a ritmi vertiginosi, molte scale-up si trovano a dover affrontare un brusco rallentamento. Diciamoci la verità: non è un destino inevitabile, ma piuttosto un problema sistemico che affligge oltre la metà delle aziende in rapida espansione quando raggiungono un fatturato compreso tra i 10 e i 50 milioni. Ma non tutto è perduto. Con le giuste competenze manageriali, è possibile trasformare questo momento di crisi in un’opportunità di crescita sostenibile e strutturata.

Le scale-up e la loro natura complessa

Ma cosa significa davvero essere una scale-up? Non è solo un sinonimo di startup in crescita. Si tratta di un’organizzazione che ha già validato il proprio modello di business e sta vivendo un’espansione accelerata, con tassi di crescita superiori al 20% annuo per almeno tre anni consecutivi. A differenza delle startup, che si trovano nella fase di sperimentazione del product-market fit, le scale-up hanno superato questa fase critica e ora devono affrontare una serie di sfide uniche.

Il fatturato cresce, ma non in modo lineare. L’organico, che inizialmente era composto da 10-20 persone, può arrivare a 50-100 in pochi anni. Ma cosa succede quando i processi che funzionavano in un team ristretto iniziano a mostrare segni di cedimento? La struttura organizzativa, da piatta, si evolve in una rete complessa, spesso con resistenze interne e conflitti tra i vari livelli gerarchici.

Il rallentamento di una scale-up non è mai un evento imprevisto. Si manifesta attraverso segnali che, sfortunatamente, molti imprenditori tendono a sottovalutare. Per esempio, la crescita del fatturato può decelerare dal 50% al 10-15% annuo, mentre i tempi decisionali si allungano in modo drammatico. Quello che prima si risolveva in pochi giorni, ora richiede settimane, e i migliori talenti iniziano a guardare altrove, frustrati dalla mancanza di agilità della loro azienda.

Le cause del blocco e le loro conseguenze

Comprendere le radici di questi problemi è fondamentale. Spesso, il fondatore che ha portato l’azienda da 0 a 10 milioni possiede competenze straordinarie: visione, passione e capacità di esecuzione rapida. Ma so che non è popolare dirlo: le stesse caratteristiche che hanno garantito il successo iniziale diventano limitanti nella fase successiva. L’accentramento decisionale che ha permesso l’agilità con 20 persone crea colli di bottiglia quando il team cresce a 100.

La gestione “a vista” che ha funzionato fino a quel momento non è più sufficiente. Il fondatore si trova a dover gestire operazioni quotidiane invece di concentrarsi su strategie a lungo termine, mentre la delega diventa un’impresa impossibile perché nessuno sembra in grado di eseguire le sue visioni come lui stesso. La realtà è meno politically correct: le scale-up tendono a mantenere strutture operative simili a quelle delle startup ben oltre il momento in cui sarebbe necessario un cambiamento, portando a inefficienze sistemiche e confusione.

Quando il blocco si manifesta, le conseguenze si propagano rapidamente. I migliori talenti, che cercano un ambiente dinamico e opportunità di crescita, sono i primi a percepire il rallentamento e spesso i primi a andarsene. L’insoddisfazione cresce, mentre i progetti innovativi vengono accantonati per la mancanza di risorse. In un mercato sempre più competitivo, fermarsi significa retrocedere. Mentre una scale-up ristagna, i competitor continuano a muoversi, conquistando quote di mercato e minando la reputazione di “azienda dinamica”.

Strategie per il rilancio delle scale-up

Quando una scale-up si trova in difficoltà, l’iniezione di competenze manageriali esterne può rappresentare la differenza tra un rilancio e il declino. Un manager esperto porta con sé una prospettiva nuova e metodologie che possono accelerare il processo di cambiamento. Sa riconoscere le inefficienze che sono diventate invisibili per chi è dentro l’organizzazione e può prendere decisioni difficili senza legami emotivi con il passato.

Il suo intervento non si limita a fornire consulenze, ma implica un’implementazione diretta. Questo manager assume la responsabilità dei risultati, mobilitando risorse e motivando i team. In questo modo, può misurare costantemente i progressi e apportare le correzioni necessarie.

Il percorso per sbloccare una scale-up richiede interventi mirati su più fronti. Il primo passo è la creazione di una struttura organizzativa che supporti la crescita. Definire chiaramente ruoli e responsabilità elimina conflitti e sovrapposizioni. È fondamentale implementare sistemi di reporting che permettano decisioni basate su dati concreti e creare processi scalabili che riducano la dipendenza da singole persone.

Un manager esperto sa come fare tutto ciò senza appesantire l’organizzazione con burocrazia inutile, mantenendo intatto quello spirito imprenditoriale che ha portato al successo iniziale. È essenziale che il management interno venga formato e supportato affinché possa proseguire autonomamente dopo la sua partenza.

Riconoscere i segnali di un blocco è cruciale. Crescita del fatturato sotto il 10% per due trimestri consecutivi, turnover del personale chiave superiore al 20%, allungamento del ciclo di vendita sono indicatori chiave. Ma ci sono anche segnali qualitativi: un fondatore sopraffatto, conflitti interni crescenti, insoddisfazione dei clienti storici.

Infine, il temporary management rappresenta una soluzione efficace per le scale-up in difficoltà. Con un inserimento rapido, un Temporary Manager può apportare competenze immediate e implementare cambiamenti senza le lungaggini di un’assunzione tradizionale. La crescita bloccata non è una condanna, ma un passaggio naturale nell’evoluzione aziendale. Con le giuste competenze e un approccio mirato, può trasformarsi in un’opportunità di costruire fondamenta solide per la prossima fase di espansione.

Scritto da AiAdhubMedia

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