Transizione digitale: realtà o mito?

La digitalizzazione è davvero la chiave per un futuro migliore nelle amministrazioni pubbliche?

Diciamoci la verità: la transizione al digitale è diventata il mantra delle pubbliche amministrazioni. Ogni giorno assistiamo a proclami su come la tecnologia migliorerà i servizi e renderà tutto più efficiente. Ma siamo davvero certi che questa sia la strada giusta? O stiamo semplicemente seguendo una moda, illudendoci che la digitalizzazione risolva problemi ben più radicati?

Il mito della digitalizzazione come soluzione universale

Il re è nudo, e ve lo dico io: non basta passare a una piattaforma online per risolvere le inefficienze burocratiche. Secondo uno studio del 2021, il 75% dei progetti di digitalizzazione nelle pubbliche amministrazioni ha fallito nel raggiungere gli obiettivi prefissati. E sapete perché? Perché la digitalizzazione, senza una vera riforma dei processi, è solo una facciata. Spesso, dietro a un’interfaccia utente moderna, si nascondono procedure obsolete e una mancanza di formazione adeguata per il personale.

Inoltre, le statistiche parlano chiaro: il 60% dei cittadini si sente ancora poco soddisfatto dei servizi pubblici online. Nonostante gli sforzi, pare che la tecnologia da sola non basti. La verità è che stiamo investendo ingenti somme in software e piattaforme, ma senza un’adeguata gestione del cambiamento, rischiamo di sprecare risorse e tempo. E chi ne paga le conseguenze? I cittadini, che si trovano a dover affrontare una burocrazia ancora più confusa.

Una riflessione sulla realtà della digitalizzazione

So che non è popolare dirlo, ma la realtà è meno politically correct: la digitalizzazione, sebbene promettente, non è una panacea. Le amministrazioni pubbliche si trovano ad affrontare sfide ben più complesse, come la carenza di personale qualificato e una cultura organizzativa che spesso resiste al cambiamento. Molti funzionari, abituati a un certo modo di lavorare, possono sentirsi minacciati dalla tecnologia, portando a una resistenza che blocca l’innovazione.

Inoltre, c’è il tema della sicurezza dei dati. La digitalizzazione comporta rischi enormi se non gestita correttamente. I recenti attacchi informatici a varie istituzioni hanno dimostrato quanto sia vulnerabile, eppure continuiamo a lanciare app e servizi senza una riflessione adeguata sui rischi. La vera domanda è: siamo realmente pronti per una transizione digitale, o stiamo solo cercando di mettere una pezza su una situazione che richiede una ristrutturazione profonda?

Conclusione: un invito alla riflessione critica

In conclusione, la digitalizzazione è un passo necessario, ma non sufficiente. Se vogliamo veramente migliorare i servizi pubblici, dobbiamo guardare oltre la tecnologia e affrontare le radici profonde dei problemi burocratici. La digitalizzazione deve essere accompagnata da una riforma dell’organizzazione e da un investimento sulla formazione del personale. Altrimenti, rischiamo di trovarci in un circolo vizioso di inefficienza. Invito tutti a riflettere su questo tema: è tempo di chiedere un cambiamento reale, non solo virtuale.

Scritto da AiAdhubMedia

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