Un dibattito che fa rumore – Guida completa

Immaginate di trovarvi a una fiera dell’innovazione, circondati da startup super tecnologiche e da un’atmosfera che profuma di futuro. Ecco, venerdì 6 ...

Immaginate di trovarvi a una fiera dell’innovazione, circondati da startup super tecnologiche e da un’atmosfera che profuma di futuro. Ecco, venerdì 6 giugno 2025, COTEC ha calpestato il palcoscenico di We Make Future, portando con sé un bagaglio di idee fresche e, perché no, qualche battuta pungente sull’innovazione e il ruolo delle PMI. Ma non aspettatevi un noioso discorso da politico in campagna elettorale, qui si parla di contaminazione tra ecosistemi e di come le piccole e medie imprese possano diventare le vere protagoniste della rivoluzione digitale. Pronti a scoprire di più? Allora, allacciate le cinture, si parte!

Un dibattito che fa rumore

Il Vicepresidente di COTEC, Dario Pagani, ha aperto le danze con un’affermazione che ha colpito come un colpo di scena in un film di Tarantino: «Il 99% delle imprese italiane sono piccole o medie. È la nostra forza, ma non basta enunciarlo». Ecco, chi l’avrebbe mai detto? Certo, chiunque abbia mai fatto un giro in centro città lo sa bene: le piccole attività sono ovunque, ma come possono affrontare l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione? Beh, Pagani ha una risposta per questo: «Serve una nuova mentalità: meno timore verso l’innovazione, più apertura alla contaminazione».

Ma cosa vuol dire “contaminazione”? Non stiamo parlando di un virus, ma di unire le forze tra PMI, grandi aziende, centri di ricerca e startup. Insomma, un po’ come fare una bella insalata di frutta dove ogni ingrediente porta il suo sapore unico. Non è che se ognuno cerca di colmare da solo il gap tecnologico, rischi di trovarsi a mangiare un’insalata completamente insipida? Pagani l’ha detto chiaro e tondo: «Mettendosi insieme, il tempo dell’innovazione si può accelerare».

Startup e PMI: un amore da esplorare

A proposito di startup, Giovanni Zazzerini, Segretario Generale di INSME, ha alzato la posta in gioco: solo un terzo dei brevetti universitari si traduce in prodotti sul mercato. Allora, dove sta il trucco? «La vera sfida è applicare l’innovazione, trasformare le idee in valore», ha detto Zazzerini. E, a chi non piacerebbe vedere le proprie idee brillare in un mercato affollato? Ma per farlo, è fondamentale creare un ecosistema dove le PMI possano dialogare con le startup.

Pensateci: le startup portano freschezza e velocità, mentre le PMI offrono stabilità e una rete di mercato consolidata. È un po’ come un matrimonio perfetto tra il giovane intraprendente e l’esperto navigato. Eppure, questa sinergia è ancora poco esplorata. Ma non basta: Zazzerini ha voluto sottolineare l’importanza di una cultura dell’innovazione. E non parliamo solo di qualche workshop qua e là, ma di un vero e proprio cambio di mentalità.

Tante parole, ma dove sono i fatti?

Ma non tutto è rose e fiori. Dario Costantini, Presidente nazionale di CNA, non ha usato mezzi termini: «Le PMI sono la vera spina dorsale del Paese, ma spesso si ricordano di loro solo in campagna elettorale». E qui ci sta il colpo di genio: ogni anno un piccolo imprenditore spende in media 330 ore per la burocrazia. E prima di richiedere innovazione, potremmo chiedere quando sarà lo Stato a innovarsi? Una domanda legittima, non credete?

Costantini ha rivendicato il ruolo cruciale degli artigiani e delle microimprese nel mantenere vivi i territori, sia nelle aree interne che nei centri urbani. E ha lanciato un appello alla politica: «Meno retorica e più concretezza. Meno norme e più agibilità». E sicuramente, chi non vorrebbe vedere meno burocrazia e più azione?

Il lavoro del futuro: uomo vs macchina

Dopo aver parlato di imprese e territorio, il panel ha toccato un tema scottante: l’impatto dell’automazione e dell’intelligenza artificiale sul lavoro. Pagani ha sottolineato che «il punto è mantenere la centralità dell’uomo». Certo, la tecnologia può darci una spinta, ma non dimentichiamoci del nostro valore: competenza, creatività e, perché no, anche un pizzico di follia. Zazzerini ha aggiunto che «i team misti uomo-macchina battono ancora l’IA da sola». E se non ci credete, provate a chiedere a qualsiasi impiegato in un ufficio che lavora con un software scadente.

Costantini ha lanciato un messaggio forte: «È antistorico mettere in contrapposizione l’intelligenza artigiana con quella artificiale». Insomma, dobbiamo fare il tifo affinché questi due mondi avanzino insieme. E che dire del “Made in Italy”? È un marchio che porta con sé la storia, il cuore e l’abilità delle nostre mani. Proteggiamolo, mettendo l’intelligenza artificiale al servizio dei nostri saperi.

L’innovazione non è solo una questione di tecnologia, ma di persone, relazioni e cultura. Ecco perché COTEC continuerà a lavorare per costruire ponti tra mondi diversi, valorizzare le connessioni tra sapere e fare e promuovere un’innovazione che metta sempre l’uomo e il territorio al centro. Perché, alla fine, l’innovazione deve essere un viaggio condiviso, non una corsa solitaria. E chi lo sa, magari il futuro sarà proprio quello che stiamo costruendo oggi.

Scritto da AiAdhubMedia

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