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Negli ultimi anni, la necessità di una connettività sempre più robusta ha spinto il settore dei cavi sottomarini a un vero e proprio boom. Tra il 2023 e il 2027, il valore dei nuovi cavi sottomarini in fase di realizzazione supererà i 13 miliardi di dollari, un dato che ricorda i fasti della bolla dot-com. Questo sviluppo incide significativamente sul nostro modo di connetterci.
Un panorama in evoluzione: numeri impressionanti
Stando alle stime, entro il 2040 verranno posati ben 1,6 milioni di chilometri di nuove tratte di cavi sottomarini, mentre circa 850 mila chilometri verranno dismessi. Questo porterà a un incremento netto di circa 770 mila chilometri, ovvero un aumento del 48% nella rete globale di connettività. Si tratta di un’espansione senza precedenti.
I maggiori investimenti si concentreranno nella zona Trans-Pacifico, dove si prevede di superare i 3 miliardi di dollari entro il 2027. Negli ultimi nove anni, il costo medio per le nuove costruzioni è stato di circa 2 miliardi di dollari all’anno. Questo cambiamento radicale è alimentato da tre principali motori di crescita.
Le forze che guidano questa crescita
Il primo motore è la domanda di larghezza di banda, che continua a crescere in modo esponenziale. Negli ultimi anni, la capacità internazionale di Internet è quasi triplicata, con un tasso di crescita del 20% annuo. Questo aumento è principalmente dovuto all’espansione del cloud, dell’intelligenza artificiale e dello streaming video. Attualmente, oltre il 70% della banda utilizzata è gestita da soli quattro operatori: Google, Meta, Microsoft e Amazon. Questi giganti stanno investendo miliardi in progetti ambiziosi, come il sistema Waterworth di Meta, che si propone di diventare il cavo sottomarino più lungo del mondo, collegando tutti i continenti con oltre 50 mila chilometri di fibra ottica.
Un secondo fattore trainante è la necessità di diversificare le rotte per mitigare i rischi di attacchi o danneggiamenti. Incidenti recenti, come l’affondamento del cargo Rubymar nel Mar Rosso, hanno evidenziato l’urgenza di nuove infrastrutture. Non si tratta solo di ottimizzare il servizio, ma di proteggere le comunicazioni da potenziali minacce.
Il futuro della connettività: opportunità e sfide
Con oltre il 64% delle navi riparatrici che supereranno la soglia di 40 anni entro il 2040, il settore deve affrontare una sfida cruciale: il rinnovamento della flotta. La mancanza di navi moderne e di equipaggi qualificati potrebbe rivelarsi un grosso problema, specialmente in caso di emergenze. Ogni giorno di blackout nei cavi sottomarini può costare carissimo alle economie locali.
Recentemente, un grave incidente ha evidenziato questa vulnerabilità: il cavo Peace, vitale per le comunicazioni tra il Sud-Est asiatico e l’Europa, ha subito danni, provocando settimane di disservizi. La mancanza di navi pronte a intervenire ha messo in crisi l’intera situazione, rivelando quanto sia delicata la rete di connettività globale.
Per affrontare queste problematiche, l’Unione Europea sta avanzando proposte per migliorare la sorveglianza delle dorsali sottomarine e creare una flotta di emergenza per le riparazioni. È chiaro che non basta solo investire in nuovi cavi; è necessario creare una rete di supporto robusta e ben organizzata.
In conclusione, il futuro della connettività globale dipende non solo dall’espansione della rete di cavi sottomarini, ma anche dalla disponibilità di risorse adeguate per mantenerli operativi e sicuri. È fondamentale affrontare queste sfide con un approccio strategico e coordinato.