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La Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg) ha avviato un’azione legale contro Google, chiedendo all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) di esaminare l’impatto del servizio AI Overviews. Questo strumento, basato su intelligenza artificiale, è accusato di compromettere la visibilità delle testate giornalistiche e di ridurre i loro ricavi. La situazione solleva interrogativi cruciali sulla sostenibilità del giornalismo tradizionale.
L’accusa di disintermediazione
Secondo la Fieg, l’AI Overviews integra risposte generate automaticamente nei risultati di ricerca, presentando informazioni sintetiche direttamente all’utente. Questa modalità di presentazione, frequentemente collocata in cima alla pagina, può portare a una significativa disintermediazione delle fonti originali. Gli utenti possono così trovare informazioni senza mai visitare i siti delle testate. Di conseguenza, si riduce la visibilità delle pubblicazioni e, di riflesso, i loro guadagni pubblicitari.
Implicazioni per il pluralismo
La preoccupazione principale degli editori riguarda il rischio per il pluralismo informativo. L’accesso diretto a risposte sintetiche potrebbe non solo diminuire il traffico verso i siti di notizie, ma anche alterare la percezione pubblica sull’affidabilità delle fonti stesse. In questo contesto, l’AI Overviews è considerato un traffic killer, ovvero un sistema che riduce drasticamente il numero di lettori delle testate giornalistiche.
Un’azione coordinata a livello europeo
Il reclamo presentato dalla Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg) non è un’iniziativa isolata. Questo reclamo si inserisce in una strategia più ampia che coinvolge anche l’European Newspaper Publishers’ Association (ENPA), la quale ha presentato denunce analoghe in altri paesi europei. L’obiettivo di queste azioni è quello di sollecitare la Commissione Europea a valutare se le funzionalità di Google possano violare le normative stabilite nel Digital Services Act (DSA).
Le prove a sostegno delle accuse
Numerose analisi indipendenti avvalorano le affermazioni degli editori. Un report del Pew Research Center ha rivelato che la presenza di un AI Overview riduce la percentuale di clic verso fonti esterne dal 15% all’8%. Inoltre, un’indagine di Similarweb ha mostrato un aumento delle ricerche zero-click dal 56% al 69% in un anno. Questi dati suggeriscono un cambiamento preoccupante nel panorama digitale, dove l’attenzione si sposta dalle fonti originali verso le piattaforme che filtrano e sintetizzano le informazioni.
Le funzionalità di AI overviews e AI mode
Introdotto nel 2024, il servizio AI overviews rappresenta una delle ultime innovazioni di Google, progettato per fornire risposte rapide e sintetiche tramite il modello linguistico Gemini. Questa funzionalità è stata implementata formalmente in Italia nel marzo 2025, consentendo agli utenti di interagire con la ricerca in modo più conversazionale. La nuova modalità, conosciuta come AI mode, scompone le query in sotto-domande, presentando le risposte in un formato che riduce ulteriormente la necessità di visitare i link originali.
Secondo la Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg), queste pratiche violano i principi del Digital Services Act (DSA), che stabilisce regole chiare per garantire la trasparenza e la non discriminazione nei confronti dei fornitori di contenuti. La questione è di particolare rilevanza poiché l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha la facoltà di coinvolgere la Commissione Europea e il European Centre for Algorithmic Transparency (ECAT) per una valutazione più approfondita.
Possibili conseguenze e precedenti
Se accertate violazioni, il DSA potrebbe prevedere sanzioni significative per Google, fino al 6% del fatturato globale. È importante notare che questo caso, a differenza di precedenti negoziati come quello su Google News Showcase, si concentra sulla struttura algoritmica del motore di ricerca stesso, non solo sui diritti economici delle notizie.
Una nuova era per il giornalismo?
Il reclamo della Fieg mette in luce una tensione crescente tra la dipendenza delle piattaforme digitali e la marginalizzazione del giornalismo tradizionale. L’affidamento a risposte automatiche potrebbe compromettere la trasparenza e rendere più difficile la distinzione tra contenuti editoriali e quelli generati automaticamente. Questo cambiamento non riguarda solo l’accesso alle informazioni, ma ridefinisce anche il concetto stesso di visibilità digitale.
Il caso Fieg contro Google potrebbe diventare un punto di riferimento per il futuro della regolamentazione dell’informazione nell’era dell’intelligenza artificiale. La questione cruciale non è tanto se l’AI debba essere utilizzata, quanto piuttosto chi ha il potere di decidere cosa è accessibile nel nuovo panorama informativo.