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Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un cambiamento radicale nell’universo del Corporate Venture Capital (CVC). Dopo un periodo di euforia, alimentato da tassi di interesse bassi e investimenti facili, oggi ci troviamo di fronte a una nuova realtà, più sobria e riflessiva. Ma siamo davvero in un momento di crisi o stiamo assistendo a una fase di evoluzione dell’industria? 🤔
Il declino di Distill Ventures e le nuove direzioni
L’uscita di scena di Distill Ventures, l’investment arm di Diageo, rappresenta un campanello d’allarme per il mondo del CVC. Nato nel 2013, Distill ha segnato il passo con il lancio di un acceleratore per l’industria degli spirits, dando vita a brand iconici come Seedlip. Nonostante abbia investito oltre 300 milioni di dollari in più di 35 startup, il cambio di rotta strategico di Diageo ha portato alla chiusura di Distill. La frase chiave ora è “disciplined capital allocation”, il che significa che i rubinetti del finanziamento si sono chiusi. Chi altro ha notato questo trend? 💸
Questa situazione è un chiaro segnale che le grandi aziende stanno rivedendo le loro strategie di investimento. Un cambiamento di CEO e un focus rinnovato sui brand premium hanno portato a una ristrutturazione drastica. Ma ci si chiede: il CVC è ancora in grado di generare innovazione e valore strategico, oppure è destinato a diventare un semplice strumento finanziario?
Il caso di Propel Venture Partners e la rinascita del CVC
Un esempio interessante di come il CVC possa reinventarsi è Propel Venture Partners. Dopo aver reso la sua unità di CVC indipendente, ha scelto di spostare l’attenzione da obiettivi strettamente strategici a risultati finanziari, aprendo le porte a investimenti esterni. E indovina un po’? Propel ha appena chiuso il suo Fund V raccogliendo 100 milioni di dollari, per un totale di 436 milioni. Questo è un segnale forte nel mondo del venture capital, dove la capacità di attrarre fondi è una misura chiave del successo. Chi di voi crede che questa strategia possa funzionare anche per altre aziende? 🚀
La vera sfida per il CVC è quella di rimanere rilevante. Dovrebbe essere un motore di “strategic warfare”, capace di influenzare il futuro dell’industria. Come afferma Mark S. Brooks: “Se il tuo CVC non sta plasmando il futuro della tua industria, qualcun altro lo farà — con i tuoi clienti”. Ma se i CVC vengono chiusi o esternalizzati, come possono continuare a innovare? 🧐
Verso un futuro incerto: Hangover o Double Down?
Il dibattito è acceso e i segnali sono contrastanti. Da un lato, abbiamo aziende che stanno riducendo o chiudendo le loro unità di CVC; dall’altro, quelle che scelgono di evolvere e investire nel futuro. Le parole di Karen Xiang, ex investment manager di Distill, risuonano forti: “Vivi solo finché la corporate vuole che tu viva”. Questo è il punto cruciale: mantenere un allineamento strategico con la casa madre è fondamentale. 🌍
In questo contesto, ci troviamo di fronte a due scenari: ridurre, vendere, esternalizzare oppure, al contrario, evolvere, abbracciare opportunità e investire nel futuro. Quale strada dovrebbe intraprendere il CVC? Forse nessuna delle due prevarrà, ma una cosa è certa: le regole del gioco sono cambiate. E voi, da che parte state? 💬✨