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Il panorama delle startup in Italia si presenta come un equilibrio precario, caratterizzato da investimenti che sfiorano i 1.456 milioni di euro. Questa cifra, sebbene mostri una timida crescita del 2,8% rispetto all’anno precedente, è ben lontana dai picchi record, quando gli investimenti raggiunsero i 2.160 milioni di euro. La situazione attuale non evidenzia un crollo, ma nemmeno quella spinta innovativa auspicata per un reale cambiamento di passo.
Questi dati emergono da uno studio condotto dall’Osservatorio Startup & Scaleup Hi-Tech del Politecnico di Milano, in collaborazione con InnovUp, presentato nel contesto del convegno “Digital & Open Innovation 2026”. Questo evento ha messo in luce le sfide e le opportunità che attendono il settore dell’innovazione digitale, un tema di grande rilevanza per le aziende e le startup.
Un’analisi del contesto attuale
Antonio Ghezzi, Direttore dell’Osservatorio, sottolinea come il 2025 rappresenti un anno di consapevolezza, evidenziando la resilienza del sistema italiano, ma anche la sua stagnazione. Le startup si trovano a fronteggiare una serie di ostacoli, tra cui la mancanza di investimenti significativi, l’assenza di exit e una normativa frammentata. Questi fattori limitano la capacità di attrarre investitori e di trasformare le startup in scaleup di successo.
Le sfide da affrontare
Secondo Andrea Rangone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio, è fondamentale non solo aumentare la quantità di innovazione, ma anche migliorare le condizioni che la circondano. Senza un’evoluzione strutturale del sistema, che includa exit concrete e capitali internazionali, l’ecosistema italiano rischia di rimanere incompleto. Per liberare il potenziale innovativo del Paese, è necessario un cambiamento di rotta su tre fronti: rafforzare i legami tra ricerca e impresa, incrementare gli investimenti pubblici e sviluppare una strategia condivisa a livello europeo.
Investimenti e opportunità nel settore
Il panorama degli investimenti in Italia mostra segni di stabilità, con una crescita dell’8% degli investimenti internazionali. Tuttavia, la centralità di alcuni successi isolati, come Bending Spoons, non basta a rappresentare l’intero ecosistema. Il 2025 evidenzia una polarizzazione degli investimenti, concentrati attorno a pochi casi di successo, mentre molte startup ad alto potenziale continuano a lottare per ottenere i fondi necessari per crescere.
Prospettive future
Per superare questa fase di stallo, l’Osservatorio suggerisce che siano necessari interventi mirati per potenziare la filiera dell’innovazione. Ciò implica la creazione di fondi nazionali più ampi e specializzati, il rafforzamento dei legami tra università e imprese, e un supporto deciso all’internazionalizzazione delle startup. Senza tali misure, l’Italia rischia di continuare a generare idee brillanti, ma destinate a rimanere solo progetti incompleti.
Raccomandazioni finali
Il dato di 1,46 miliardi di euro dimostra la tenuta dell’ecosistema, ma anche la mancanza di scalabilità. L’assenza di exit significative e di investimenti late-stage rappresenta un freno per la rigenerazione del sistema. Ghezzi avverte che è vitale attrarre nuovi capitali e semplificare le normative per facilitare le operazioni di M&A e riaprire il tema delle IPO. Inoltre, è cruciale dare maggiore impulso al settore del Deep Tech, dove si gioca la vera sfida della competitività futura.
Il 2025 si presenta come un anno critico per l’ecosistema startup italiano. Non basta aspettare l’arrivo di nuovi unicorni; è necessaria un’azione strategica e coordinata per costruire un ambiente favorevole all’innovazione e alla crescita sostenibile delle startup.

