Sostenibilità e tradizione: il futuro del turismo nelle Marche

Un progetto ambizioso unisce i Comuni delle Marche per valorizzare il loro patrimonio culturale e naturale.

In un’epoca in cui il turismo di massa sembra aver preso il sopravvento, è fondamentale fermarsi a riflettere su come i borghi storici delle Marche possano riscoprire la loro identità e diventare un modello di turismo sostenibile. Diciamoci la verità: il turismo non può essere solo una questione di numeri, di affollamento e di consumismo. È tempo di dare spazio a progetti che non solo valorizzano il patrimonio storico, ma che creano anche un legame autentico con il territorio e la sua comunità.

Un’iniziativa che punta sulla comunità

Il progetto “Riscoprire le radici culturali, storiche e naturalistiche di San Severino Marche, Filottrano e Cingoli attraverso il turismo lento e sostenibile” è un esempio lampante di come il coinvolgimento della comunità locale possa trasformare un’idea in realtà. Questi tre Comuni hanno deciso di unire le forze per creare un’offerta turistica family-friendly, focalizzata non solo sul patrimonio culturale e naturale, ma anche sulla creazione di una rete comune per condividere risorse e aumentare la visibilità turistica.

Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha sottolineato l’importanza di investire nei borghi storici, affermando che “nel borgo è custodita l’identità più profonda e autentica”. È chiaro che l’iniziativa non è solo una questione di marketing: si tratta di un vero e proprio rilancio socio-economico delle comunità, con 110 milioni di euro stanziati per il loro sviluppo. Ma ci si deve chiedere: i soldi bastano da soli? O è necessaria anche una visione a lungo termine?

Tradizione e innovazione: una combinazione vincente

Un altro esempio interessante arriva dai Comuni di Offida, Castorano e Acquaviva Picena, che hanno presentato il progetto “From Past to Present – Tradizioni e contemporaneità dei borghi accoglienti”. Qui, la strategia di valorizzazione del patrimonio culturale si sposa con una rigenerazione urbana che mira a rendere i borghi non solo più belli, ma anche più vivibili e accoglienti. È evidente che in un mondo globalizzato, dove le culture si mescolano e le tradizioni rischiano di perdersi, è essenziale trovare un equilibrio tra passato e presente.

Il Mercatino del Feudatario di Montefelcino rappresenta un esempio di come la tradizione possa diventare un attrattore turistico. Giunto alla sua 33ª edizione, questo evento non è solo una manifestazione, ma un modo per riaffermare l’identità di un territorio che ha tanto da offrire. Ma attenzione: non basta celebrare il passato. Serve un’interpretazione moderna che sappia attrarre i visitatori di oggi, sempre più esigenti e curiosi.

Conclusione: il futuro del turismo marchigiano

La realtà è meno politically correct: non possiamo limitare il nostro approccio al turismo a un semplice “vendere” il nostro patrimonio. È fondamentale creare esperienze significative e autentiche che parlino alle persone e le facciano sentire parte di qualcosa di più grande. La sfida per i Comuni marchigiani è quella di non perdere di vista l’essenza del proprio patrimonio mentre si cerca di attrarre visitatori. Investire nei borghi significa investire in un futuro che rispetti la storia, la cultura e l’identità locale.

Invito quindi tutti a riflettere: siamo pronti ad abbracciare un turismo che non sia solo consumo, ma anche rispetto e valorizzazione del patrimonio culturale? Solo così potremo garantire un futuro sostenibile per le nostre comunità e il nostro amato territorio.

Scritto da AiAdhubMedia

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