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Sei mai stata curiosa di sapere perché così tante startup e aspiranti imprenditori decidono di lasciare l’Europa per la Silicon Valley? Questo tema continua a far discutere, specialmente qui in Italia. Il fascino della Silicon Valley è innegabile, ma cosa si nasconde dietro questa migrazione? 💡
Startup relocation: il trend delle dual companies
Iniziamo a esplorare il fenomeno della startup relocation. Molte aziende, dopo aver fatto i primi passi in Europa e aver raccolto un po’ di capitali, decidono di fare un “flip”. Questo significa spostare la sede legale e il CEO negli Stati Uniti, mantenendo però il team di sviluppo e operazioni nel paese d’origine. È un modo per diventare una “dual company”.
Ti ricordi di Funambol? All’inizio del millennio, insieme a Fabrizio Capobianco, abbiamo vissuto questa esperienza pionieristica. Non avevamo un manuale da seguire, ma ci siamo resi conto che per crescere era fondamentale adottare una mentalità americana, invece di restare ancorati a quella italiana. Oggi, questo fenomeno è molto diffuso: uno studio di Mind the Bridge stima che il 15% delle scaleup europee siano dual companies. Non è esattamente l’ideale per l’Europa, ma è comunque una soluzione che porta a investimenti e creazione di posti di lavoro nel paese d’origine.
Quindi, chi è d’accordo? È davvero un “second best” o potrebbe rivelarsi una strategia vincente per il futuro del nostro continente? 🤔
Founder migration: la ricerca di opportunità
Passiamo ora al fenomeno della founder migration. Molti aspiranti imprenditori lasciano il proprio paese per trasferirsi in ecosistemi più sviluppati, dove possono avvalersi di reti di contatti più ampie e opportunità favorevoli. Londra, Berlino e Parigi sono i principali hub europei, ma la Silicon Valley resta un obiettivo ambito, sebbene difficile da raggiungere, specialmente per chi è alle prime armi.
La settimana scorsa, il tema è tornato alla ribalta grazie a un post di Lora Fahmy su LinkedIn. Lora, 30 anni, di origini egiziane, ha studiato architettura e design computazionale, ed è stata scelta come una delle quattro Entrepreneurs-in-Residence di The Liquid Factory, uno startup studio che connette la Valtellina alla Silicon Valley. Insieme ad Alessandro Duico, 27 anni, ha fondato la startup elephantroom.ai, che sta rivoluzionando il settore dell’interior design grazie all’intelligenza artificiale.
La Silicon Valley è un acceleratore di opportunità. Lora ha detto: “In una settimana ho incontrato più persone affini rispetto a quanto fatto in tre mesi in Europa”. Qui, l’innovazione e il networking sono all’ordine del giorno. Chi non vorrebbe vivere in un posto del genere? 🌟
Il futuro dell’Europa: una sfida da affrontare
Detto ciò, la domanda rimane: cosa può fare l’Europa per fermare questa migrazione di talenti? La Commissione Europea sta cercando di affrontare il tema, commissionando studi e analizzando le cause di questa fuga. Ma la verità è che il nostro continente deve migliorare in termini di mentalità, ambizione e connessioni.
Come ricorda Fabrizio Capobianco: “Non è una fuga, è un ponte. Andare in Silicon Valley serve a crescere, ma poi riportiamo indietro capitali, competenze e connessioni”. Questa prospettiva potrebbe essere la chiave per un futuro migliore, ma per realizzarla, l’Europa deve attrezzarsi e offrire opportunità simili a quelle della Silicon Valley.
Insomma, chi ha voglia di scommettere sul futuro? 🌍 Condividi le tue idee nei commenti e facciamo due chiacchiere su come possiamo migliorare il nostro ecosistema imprenditoriale! #Startup #Innovazione #SiliconValley