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Negli ultimi anni, il dibattito riguardante l’evoluzione del cloud computing in Europa ha guadagnato un’importanza crescente, intrecciandosi con questioni di geopolitica, competitività e sicurezza dei dati. Durante un recente convegno organizzato dall’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, Stefano Mainetti ha presentato una ricerca che chiarisce come il cloud sia diventato un elemento fondamentale non solo per la trasformazione tecnologica, ma anche per quella economica e normativa all’interno del continente europeo.
Secondo Mainetti, le sfide attuali non riguardano esclusivamente la capacità di gestire carichi di lavoro sempre più complessi, ma anche la necessità per l’Europa di affermare la propria sovranità digitale in un contesto dominato da giganti del settore. La questione principale è come l’Europa possa competere con le enormi risorse e capacità di investimento delle piattaforme internazionali.
Investimenti e dinamiche di mercato
Recentemente, il settore del cloud ha visto un’impennata significativa negli investimenti da parte di hyperscaler globali. Mainetti ha richiamato l’attenzione su un accordo tra OpenAI e Oracle, del valore di 300 miliardi di dollari in cinque anni, mirato a potenziare le infrastrutture necessarie per l’erogazione di servizi legati all’intelligenza artificiale. Inoltre, Microsoft sta ampliando la propria rete di data center e Google, in collaborazione con Meta, sta lavorando per garantire una capacità computazionale avanzata.
Questi sviluppi contribuiscono a un quadro di mercato già molto sbilanciato: secondo l’Osservatorio, il 65% del mercato delle infrastrutture in Europa è controllato da tre grandi fornitori internazionali, mentre un ulteriore 15-25% è in mano ad altri operatori statunitensi. Questo porta a una situazione in cui oltre tre quarti del mercato è dominato da attori extraeuropei, evidenziando le limitazioni strutturali dei fornitori regionali, che non riescono a competere per dimensioni e investimenti.
Regolamentazione e iniziative dell’Unione Europea
Per affrontare questa disparità, l’Unione Europea ha intensificato le proprie iniziative di regolamentazione. Mainetti ha menzionato il Chips Act, che punta a riportare la produzione di semiconduttori al 20% della produzione globale entro la fine del decennio, riducendo così la dipendenza da fornitori esterni. A questo si aggiungono normative come il Data Act e il Digital Markets Act, che mirano a garantire portabilità e interoperabilità delle informazioni.
La sicurezza è un altro aspetto centrale: le direttive NIS2 e il Cyber Resilience Act introducono misure di protezione più rigorose, imponendo standard elevati agli operatori. Questo quadro normativo, sebbene complesso, è stato concepito per creare un ecosistema digitale europeo più sicuro e integrato.
Iniziative di crescita e innovazione
Oltre alla regolamentazione, l’Europa ha avviato politiche industriali di ampio respiro, come il AI Continent Plan, che raccoglie diverse iniziative destinate a promuovere l’intelligenza artificiale e il cloud. In aggiunta, il progetto Cloud Development Tech mira a coordinare le infrastrutture digitali a livello comunitario.
Con un investimento di circa 200 miliardi di euro, l’Unione Europea sostiene l’intera filiera, dalle Giga Factory per i semiconduttori agli AI Factor, centri di elaborazione progettati per soddisfare le esigenze dell’intelligenza artificiale. Parallelamente, si stanno sviluppando i Data Spaces, spazi collaborativi per facilitare la condivisione sicura dei dati tra settori diversi.
Prospettive per il mercato europeo del cloud
Mainetti ha sottolineato l’importanza di concentrarsi sul valore che si può estrarre dalle infrastrutture, in particolare dai dati e dalle opportunità generate dall’intelligenza artificiale. L’obiettivo è non solo emulare la forza finanziaria degli hyperscaler, ma sviluppare filiere locali capaci di produrre innovazione e controllo sui dati.
Le stime indicano che il mercato europeo del cloud potrebbe raggiungere i 112 miliardi di dollari, con una crescita sostenuta alimentata dalla domanda di cybersecurity e dall’adozione di applicazioni basate sull’intelligenza artificiale. Tuttavia, la dipendenza dai grandi provider stranieri rimane un tema critico.
Secondo Mainetti, le sfide attuali non riguardano esclusivamente la capacità di gestire carichi di lavoro sempre più complessi, ma anche la necessità per l’Europa di affermare la propria sovranità digitale in un contesto dominato da giganti del settore. La questione principale è come l’Europa possa competere con le enormi risorse e capacità di investimento delle piattaforme internazionali.0
Le sfide da affrontare
Secondo Mainetti, le sfide attuali non riguardano esclusivamente la capacità di gestire carichi di lavoro sempre più complessi, ma anche la necessità per l’Europa di affermare la propria sovranità digitale in un contesto dominato da giganti del settore. La questione principale è come l’Europa possa competere con le enormi risorse e capacità di investimento delle piattaforme internazionali.1
Secondo Mainetti, le sfide attuali non riguardano esclusivamente la capacità di gestire carichi di lavoro sempre più complessi, ma anche la necessità per l’Europa di affermare la propria sovranità digitale in un contesto dominato da giganti del settore. La questione principale è come l’Europa possa competere con le enormi risorse e capacità di investimento delle piattaforme internazionali.2