Argomenti trattati
La geopolitica dei dati non è solo una questione di battaglie tra piattaforme digitali, ma anche di come le infrastrutture analogiche sostengono il mondo digitale. Elementi come i cavi sottomarini, i satelliti e i semiconduttori prodotti a Taiwan rappresentano punti cruciali di vulnerabilità e potere nel panorama attuale. Chi controlla questi snodi infrastrutturali detiene anche il potere di determinare chi ha accesso alle informazioni, influenzando direttamente economie, governi e società.
Il filosofo Luciano Floridi ha approfondito queste tematiche durante un intervento all’evento “AI, HPC & QUANTUM – Reshaping the Technology Landscape” organizzato da E4 Computer Engineering. La sua analisi si snoda tra infrastrutture, dinamiche finanziarie e scenari globali, mettendo in guardia su un possibile rischio di bolla speculativa nell’ambito dell’intelligenza artificiale e prospettando una futura “Pax Digitalis“.
Il controllo dell’analogico sul digitale
Nel contesto odierno, il digitale è diventato il terreno fertile in cui si sviluppa la cultura moderna. Le nuove generazioni, abituate a piattaforme come Netflix, non hanno esperienza di un mondo privo di connettività. Tuttavia, Floridi mette in evidenza come sia l’analogico a dominare il digitale, mentre il digitale, a sua volta, influenza la nostra cultura. Questo paradosso evidenzia la dipendenza dell’immateriale dal materiale.
Infrastrutture strategiche e vulnerabilità
Elementi come i satelliti, che possono essere disattivati, e i cavi sottomarini che attraversano rotte cruciali come quella di Suez, rivelano come la geopolitica dei dati abbia basi tangibili. Eventi come un guasto tecnico o una decisione politica possono portare a un improvviso ripristino dell’era analogica, con ripercussioni a livello mondiale. Questa interconnessione pone interrogativi sul futuro della tecnologia e sulla stabilità economica globale.
Investimenti nell’intelligenza artificiale e rischio di bolla
Floridi ha esaminato la corsa agli investimenti nell’intelligenza artificiale, evidenziando come il venture capital gestisca enormi somme di denaro che devono essere costantemente reinvestite. Attualmente, l’AI è diventata la destinazione preferita per questi capitali, non sempre per fiducia nelle sue potenzialità, ma per mancanza di alternative valide.
Questa situazione genera il rischio di una bolla speculativa, simile a quella delle dot-com o dei subprime, dove le valutazioni possono apparire irrationalmente elevate. Gli investitori, consapevoli che l’euforia non durerà, sperano di realizzare guadagni prima di trasferire il rischio ad altri.
Disparità tra investimenti speculativi e industriali
Un segnale allarmante è la crescente differenza tra investimenti speculativi e investimenti industriali. Secondo Floridi, le grandi aziende, con oltre 250 dipendenti, stanno riducendo la loro crescita nel settore dell’AI. Anche se non si tratta di un arresto totale, si può notare un rallentamento rispetto all’espansione vertiginosa dei fondi di rischio. A livello storico, alla fine della bolla delle dot-com, molte aziende fallirono, mentre solo pochi, come Google e Amazon, riuscirono a consolidare la loro posizione di mercato.
Evoluzione dell’intelligenza artificiale come commodity
Floridi ha descritto come l’intelligenza artificiale si stia evolvendo in una vera e propria commodity, paragonabile all’elettricità. La vera sfida per le aziende non consiste solo nell’acquisto della tecnologia, ma nell’integrazione efficace nei loro processi produttivi e decisionali. Un esempio significativo è quello di una grande azienda che, dopo aver firmato un contratto pluriennale con OpenAI, si è ritrovata a chiedersi come sfruttare al meglio la tecnologia acquisita.
Il futuro dell’intelligenza artificiale: modelli e strumenti
Un altro elemento cruciale è l’emergere di agenti AI e del Model Context Protocol (MCP), introdotto da Anthropic. Questo protocollo consente una coordinazione efficiente tra diversi servizi, facilitando operazioni complesse come la ricerca accademica e la verifica delle fonti. Floridi ha evidenziato come modelli diversi possano svolgere funzioni specifiche, rendendo l’utente un direttore d’orchestra che combina strumenti diversi per ottenere risultati coerenti.
Prospettive future
Floridi ha tracciato un parallelo tra la situazione attuale del mercato digitale e la Conferenza di Berlino del 1884-85, quando le potenze europee si spartirono l’Africa. Questo modello di colonialismo illumina le dinamiche di spartizione del “continente digitale“. Attualmente, i principali attori si contendono il controllo dell’intelligenza artificiale generativa, ma come in altri settori, il mercato tende a stabilizzarsi attorno a pochi vincitori, suggerendo l’emergere di una futura “Pax Digitalis“.
Il filosofo Luciano Floridi ha approfondito queste tematiche durante un intervento all’evento “AI, HPC & QUANTUM – Reshaping the Technology Landscape” organizzato da E4 Computer Engineering. La sua analisi si snoda tra infrastrutture, dinamiche finanziarie e scenari globali, mettendo in guardia su un possibile rischio di bolla speculativa nell’ambito dell’intelligenza artificiale e prospettando una futura “Pax Digitalis“.0