Regolamentazione delle Frequenze Radio in Italia: Opzioni e Opportunità

Esplora le dinamiche emergenti delle telecomunicazioni in Italia e le decisioni strategiche fondamentali per il futuro del settore.

La consultazione pubblica indetta dall’Agcom tramite la Delibera 154/25/CONS rappresenta un passo significativo verso una revisione delle politiche in ambito telecomunicazioni in Italia. Questo processo, che si concluderà il 31 dicembre 2029, segna l’inizio di una fase di rinnovamento per le regolamentazioni riguardanti l’assegnazione delle frequenze radio.

Rivisitazione del modello di assegnazione delle frequenze

Tradizionalmente, il sistema italiano ha previsto l’imposizione di contributi sostanziali per l’uso delle risorse frequenziali, insieme a successivi interventi pubblici volti a supportare il settore. Tuttavia, le proposte attuali mettono in discussione questo approccio, suggerendo una ristrutturazione delle regole per ottimizzare l’uso delle frequenze.

Investimenti e infrastrutture

Negli ultimi anni, il focus degli investimenti pubblici è stato principalmente sulla creazione e il potenziamento delle infrastrutture per le reti di banda larga e banda ultralarga. Il Piano 5G-backhaul e la densificazione delle reti rappresentano misure recenti adottate per sostenere l’avvento del 5G. Mentre in passato gli interventi erano prevalentemente indiretti, oggi si stanno considerando approcci più diretti e innovativi.

Un confronto internazionale

Dal 2000 a oggi, l’Italia ha incassato oltre 23 miliardi di euro dalle procedure di assegnazione delle frequenze. Le aste per le frequenze UMTS e LTE hanno generato ingenti somme, con l’asta 5G del 2018 che ha raccolto 6,6 miliardi. Per fornire un’idea, nel 2000 l’asta ha generato oltre 200 euro per abitante, cifra che nel 2018 è scesa a oltre 100 euro.

Confronto con altri paesi europei

Analizzando le aste 5G, l’Italia si è posizionata al pari della Germania. Il Regno Unito ha ottenuto solo 3,2 miliardi, la Francia 2,8 miliardi e la Spagna 1,5 miliardi. Questo scenario evidenzia come il costo per gli operatori italiani sia stato significativamente più elevato rispetto ai loro omologhi europei.

Le nuove opzioni per le frequenze

Con le recenti proroghe delle frequenze fino al 2029, il dibattito si concentra ora sul futuro modello per il 2037. Le due principali alternative in discussione sono il modello misto e quello di rinnovo.

Dettagli sulle opzioni proposte

L’opzione mista prevede un approccio ibrido che considera le specificità di ogni banda e le decisioni precedenti. L’opzione di rinnovo, invece, punta a garantire una continuità amministrativa, consentendo il rinnovo diretto dei diritti fino al 2037, a condizione che vengano rispettati determinati impegni di copertura e qualità.

Esigenze e sfide future

Le posizioni emerse dalla consultazione evidenziano due esigenze principali: da un lato, la necessità di mantenere una continuità nell’uso delle risorse spettrali attuali; dall’altro, la volontà di assicurare opportunità per nuovi entranti nel mercato. Queste considerazioni sono fondamentali nel contesto della crescente competitività nel settore delle telecomunicazioni.

Beneficiari delle politiche nel settore telecomunicazioni

L’Italia si distingue come uno dei paesi europei più avanzati per quanto riguarda la struttura del settore delle telecomunicazioni. La presenza di operatori wholesale non integrati verticalmente offre un’opportunità unica per rivedere le politiche industriali e stimolare un ciclo virtuoso di investimenti e innovazione. Ciò richiede una riflessione approfondita sulle misure da adottare per garantire la crescita del settore.

Resta da vedere se lo Stato sarà disposto a sacrificare una parte delle entrate derivanti dal rinnovo delle frequenze fino al 2037. Tuttavia, è fondamentale esplorare nuovi modelli che superino l’approccio tradizionale, spostando l’attenzione verso lo sviluppo di reti e servizi piuttosto che sulla mera raccolta di fondi attraverso le frequenze.

Scritto da AiAdhubMedia

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