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Nel contesto attuale, la sicurezza informatica è diventata una questione centrale per le PMI italiane, specialmente alla luce della nuova direttiva NIS2. Questa normativa europea ha ampliato notevolmente le responsabilità legate alla cybersecurity, richiedendo a tutte le aziende, comprese quelle più piccole, di adottare misure robuste per la protezione di dati e sistemi.
Con l’entrata in vigore della direttiva, le PMI, che rappresentano tra il 50% e il 65% del tessuto imprenditoriale italiano, si trovano a dover rispondere a standard di sicurezza sempre più elevati. La NIS2, infatti, stabilisce requisiti rigorosi per la protezione dei dati, la gestione degli incidenti e la continuità operativa.
La situazione digitale delle PMI italiane
Attualmente, l’Italia si posiziona intorno al 21° posto in Europa per quanto riguarda il livello di digitalizzazione delle imprese, un dato che evidenzia non solo un ritardo strutturale, ma anche un potenziale significativo per la crescita. In tale contesto, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha introdotto un voucher da 150 milioni di euro per supportare le piccole e medie imprese nell’adozione di servizi di cloud computing e cybersecurity.
Dettagli del voucher e implicazioni per le PMI
Il voucher, disponibile dal 2025, permette a PMI e lavoratori autonomi di rinnovare le proprie tecnologie, richiedendo una connettività minima di 30 Mbps. Poiché le imprese di maggiori dimensioni sono direttamente soggette agli obblighi della NIS2, esse devono garantire la sicurezza dell’intera filiera produttiva. Ciò implica che anche i fornitori più piccoli sono soggetti a controlli e audit.
Inoltre, il numero crescente di attacchi informatici evidenzia la vulnerabilità delle PMI: tra il 55% e il 70% degli attacchi colpiscono aziende con meno di 250 dipendenti, spesso meno attrezzate dal punto di vista tecnologico.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale
Parallelamente, l’intelligenza artificiale sta rapidamente diventando una realtà nelle PMI italiane. Dopo anni di teorie, è ora richiesta l’implementazione di strumenti pratici che migliorino l’efficienza operativa e riducano costi. Attualmente, si stima che tra il 25% e il 40% delle PMI utilizzi già strumenti di AI per ottimizzare processi interni, come la gestione delle email, la redazione dei preventivi e l’analisi del magazzino.
Benefici dell’adozione dell’AI
Implementando l’AI, si possono ottenere risparmi significativi: la gestione delle email può ridursi fino al 60% in termini di tempo, i preventivi possono essere redatti più rapidamente con un risparmio di tempo tra il 30% e il 50%, mentre le giacenze inutilizzate possono diminuire tra il 10% e il 25%.
Complessivamente, queste innovazioni possono portare a un incremento della produttività aziendale fino al 40%, un passo cruciale per le aziende che partono da processi manuali.
La necessità di integrazione tra sicurezza e innovazione
È fondamentale riconoscere che, con l’aumento dei dati gestiti digitalmente, cresce anche l’esposizione ai rischi informatici. Ogni processo automatizzato genera nuovi flussi di dati e superfici di attacco. Pertanto, l’integrazione della cybersecurity con l’innovazione è imprescindibile. Le aziende che non bilanciano l’implementazione dell’AI con solide misure di sicurezza rischiano di rendere vulnerabili i propri sistemi.
Inoltre, è essenziale considerare che tra l’85% e il 95% degli incidenti informatici sono causati da errori umani, rendendo così indispensabile la formazione del personale, una chiara definizione delle responsabilità e la gestione dei fornitori.
Con l’entrata in vigore della direttiva, le PMI, che rappresentano tra il 50% e il 65% del tessuto imprenditoriale italiano, si trovano a dover rispondere a standard di sicurezza sempre più elevati. La NIS2, infatti, stabilisce requisiti rigorosi per la protezione dei dati, la gestione degli incidenti e la continuità operativa.0
Con l’entrata in vigore della direttiva, le PMI, che rappresentano tra il 50% e il 65% del tessuto imprenditoriale italiano, si trovano a dover rispondere a standard di sicurezza sempre più elevati. La NIS2, infatti, stabilisce requisiti rigorosi per la protezione dei dati, la gestione degli incidenti e la continuità operativa.1
Con l’entrata in vigore della direttiva, le PMI, che rappresentano tra il 50% e il 65% del tessuto imprenditoriale italiano, si trovano a dover rispondere a standard di sicurezza sempre più elevati. La NIS2, infatti, stabilisce requisiti rigorosi per la protezione dei dati, la gestione degli incidenti e la continuità operativa.2

