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Il tema ‘Custodire voci e volti umani’, proposto da Papa Leone XIV per la sessantesima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, invita a riflettere su un aspetto cruciale della nostra esistenza nell’era digitale. Questo concetto, lungi dall’essere un semplice slogan, interpella profondamente come individui e come società.
In un mondo in cui l’intelligenza artificiale (IA) sta diventando sempre più pervasiva, è fondamentale riconoscere che la comunicazione va oltre il mero scambio di informazioni. Essa rappresenta una responsabilità che tutti devono assumere, sia come produttori che come consumatori di contenuti.
Riconoscere la nostra responsabilità
È un errore comune pensare che l’IA possa generare autonomamente contenuti, siano essi testi, immagini o video. In realtà, è l’azione umana a dare vita a queste produzioni. Quando si interagisce con un chatbot, si è noi a decidere il corso della conversazione. L’IA, in questo contesto, è uno strumento che funziona solo se attivato dall’azione umana.
Il ruolo del discernimento umano
Nel suo messaggio, Papa Leone XIV sottolinea l’importanza di non delegare alle macchine compiti che sono intrinsecamente legati alla nostra coscienza e al nostro giudizio morale. La comunicazione non è solo un flusso di dati; essa coinvolge empatia, rispetto e responsabilità. Ogni volta che ci si connette o si condividono informazioni, è necessario farlo consapevolmente, senza cedere alla tentazione di un approccio meccanico.
Il potere delle scelte individuali
È innegabile che il potere sia attualmente concentrato nelle mani di poche aziende multinazionali, ma non si deve dimenticare che ognuno ha la capacità di influenzare il panorama comunicativo. Nessun algoritmo può diffondere messaggi di odio o negatività se non si è noi a perpetrarli. Questa è una responsabilità che non si può ignorare.
Promuovere l’alfabetizzazione mediatica
Per affrontare queste sfide, è essenziale promuovere un’alfabetizzazione mediatica che vada oltre la mera conoscenza tecnica. È necessario formare individui capaci di pensare criticamente e di esercitare la loro libertà di scelta. Non si tratta solo di imparare a utilizzare gli strumenti digitali, ma di comprendere che si può guidarli verso un uso responsabile e costruttivo.
Celebrare le buone pratiche comunicative
In questo contesto, è fondamentale riconoscere e premiare coloro che si impegnano a comunicare in modo etico e creativo. Il Premio Nazionale Comunicazione Costruttiva, che si svolgerà al Teatro Filodrammatici di Milano il 2 dicembre, metterà in evidenza giovani talenti e iniziative che utilizzano i social media per promuovere una buona informazione e coinvolgere i loro coetanei.
Il tema di quest’anno, ‘Comunicare giovane’, evidenzia l’importanza di valorizzare i giovani che sanno utilizzare i social in modo proficuo, creando contenuti che stimolino il dibattito e l’interazione positiva. Questo evento rappresenta un’occasione per celebrare esempi positivi e ispiratori, necessari per costruire un cambiamento significativo nella società.
In un’epoca in cui il pessimismo può facilmente prevalere, è cruciale far emergere storie di successo che fungano da modelli. Come afferma il Papa, la voce rappresenta la relazione e il volto è il riconoscimento dell’altro. È solo attraverso una comunicazione consapevole e umana che si può sperare di custodire le voci e i volti che rendono la società così ricca e variegata.